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Cose da fare prima dei 30

Regia di Simon Shore vedi scheda film

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La recensione su Cose da fare prima dei 30

di ROTOTOM
6 stelle

Questo strano titolo, per una volta non frutto del masochismo nazional popolare dei traduttori italiani che tanto hanno danneggiato pellicole meravigliose munendole di titoli assurdi, risulta genuinamente spiazzante per chi paensasse di trovarsi di fronte ad una commedia pecoreccia alla American Pie. Si tratta invece di un acquerello sull'amicizia, sulle occasioni perdute e l'amore ritrovato di una squadra di calcio amatoriale i cui componenti hanno superato già la trentina d'anni e si apprestano a fare i conti con la vita alla vigilia della 500° e ultima partita della loro storia. Storia di una svolta, quindi quella che prima o poi ognuno deve nella vita affrontare o svolta di una storia, la storia di un granitico gruppo di amici alle prese con il tempo che passa, i cambiamenti e le rivelazioni, la morte che cambierà le loro abitudini ma riscriverà con altri equilibri la loro vita. Quello che tiene in piedi il tutto è la squadra, intesa come gruppo in cui tutti devono aiutarsi , per vincere, metafora della famiglia che grazie all'unione regge tutti gli urti che la vita inevitabilmente procura. La paura della solitudine, del diventare improvvisamente adulti, di farcela da soli è vista in modo colpevolmene fanciullesco dalle ragazze del gruppo, i cui maschi un po' per casualità un po' marciandoci dentro, riscono a procrastinare la data fatidica dell'ultima partita, ritardando quindi l'assumersi delle proprie responsabilità. La morte del padre e coach storico della squadra, la rivelazione di essere gay, l'imminente paternità, il risolvere i conflitti con un padre modello vincente e i conflitti con la moglie, sono per i protagonisti gli scogli da evitare, il capo da doppiare per affrontare le onde dell'esistenza in mare aperto. E poi c'è l'unico sotto i trenta, al quale è evidentemente dedicato il titolo, il cui pensiero fondamentale è fare del sesso a tre con la sua ragazza e un'amica, l'unico che ancora può permettersi uno sguardo goliardico e giocoso prima della data fatidica. La soglia è vista da tutti come la perdita della fanciullezza, cosa che invece non avverrà, durante l'ultima partita infatti le immagini sono quelle dei ragazzini che erano 20 anni prima, quando fondarono la squadra, ovvero, si può rimanere fanciulli assumendosi le proprie responsabilità. Operetta morale, simpatica e amara al tempo stesso su ciò che sarà la memoria, sull'importanza delle cose vere, giocata sui sentimenti comuni a tutti quanti e leggera come un acquerello, si diceva, che non calca sui temi, non cerca la compassione ma si limita a colorare leggermente di buono una storia tutto sommato semplice e inevitabilmente conclusa da un ottimistico lieto fine.

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