Regia di John Farrow vedi scheda film
Un piccolo aereo partito da San Francisco e diretto a Panama è costretto a un atterraggio d’emergenza in mezzo a una giungla infestata da cannibali. Le persone a bordo sono dodici (due piloti, uno steward, un giovane miliardario e la sua segretaria decisi a sposarsi contro il volere del padre di lui, una ragazza in fuga dal proprio passato, un anziano botanico e sua moglie, un detenuto politico e il poliziotto di scorta, il figlioletto di un gangster e lo zio), e il titolo originale suona “Cinque tornarono indietro”: quindi fin dall’inizio il gioco consiste nell’indovinare quali saranno quei cinque e in che modo spariranno gli altri sette. Pur nello scarso minutaggio a disposizione, in questa specie di Orizzonte perduto che non porta a Shangri-La ma a una morte orrenda il regista John Farrow se la cava benissimo: una prima parte in cui i personaggi vengono presentati nel loro stato naturale, una seconda in cui vengono immersi in una situazione estrema e tirano fuori il meglio o il peggio di sé, evolvendosi in modo credibile e magari smentendo la prima impressione che avevano dato; particolare rilievo assume il detenuto, che “si rivela l’autentica forza morale del gruppo” (Mereghetti). E alla fine fa piacere constatare che i cinque sopravvissuti sono esattamente quelli che avrei salvato anch’io.
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