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La classe dirigente

Regia di Peter Medak vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La classe dirigente

di ethan
7 stelle

'La classe dirigente', primo film famoso diretto da Peter Medak, è una sconclusionata, irriverente e, a tratti, feroce satira dell'aristocrazia britannica.

Tratto dalla play di Peter Barnes e da lui stesso sceneggiato, racconta la parabola esistenziale di Jack Gurney (Peter O'Toole), erede al titolo di conte, nonché di gran parte del patrimonio e anche di un posto alla Camera dei Lord a seguito della morte accidentale del padre per asfissia.

Jack, credendosi Dio uno e trino - si fa chiamare J.C., dorme su un crocefisso - va in giro per la villa e l'adiacente giardino predicando amore per chiunque ed è per questo malvisto dai suoi famigliari i quali, bramando alla sua eredità, lo convincono in un primo momento a sposarsi e poi ad essere sottoposto ad un 'incontro' con un bizzarro personaggio che, in una delirante sequenza, lo farà desistere dal credere di essere il Messia. Ciò porterà però conseguenze peggiori, dato che, da quel momento in poi, Jack, continuando a ripetere ossessivamente: ''I'm Jack'', crederà di essere addirittura Jack lo Squartatore, con risultati ancor più nefasti.

La carne al fuoco è molta in questo divertente, bizzarro e squinternato film, dove a parti irresistibilmente comiche - grazie all'istrionismo di un Peter O'Toole straordinario mattatore in un ruolo pieno di sfaccettature, dal comico al dramma e al tragico senza soluzione di continuità - ne seguono altre, come ad esempio impacciati intermezzi musicali, oppure al limite del delirio come la 'sfida' con McKyle (uNigel Green), l'altro individuo che millanta le sue origine divine, in una scena che, per il gusto visivo, sembra estratta da un film di Ken Russell per finire con quelle del discorso reazionario e conservatore di Jack alla Camera Alta, in cui lo stralunato protagonista vede gli altri membri come delle mummie, vera e propria parentesi che sfocia nell'horror.

Non tutti questi salti tra generi diversi si tramutano in un meccanismo perfettamente oliato, dato che di passaggi a vuoto ce ne sono parecchi e la durata è eccessiva ma il messaggio contro una delle più secolari istituzioni britanniche funziona, le battute fulminanti di cui è intriso lo script ed il cast che coadiuva il talento dell'attore irlandese fanno il resto.

Da segnalare, tra gli interpreti, lo sboccato maggiordomo Tucker (Arthur Lowe), l'inebetito vescovo Lampton (Alastair Sim), la subdola Lady Claire (Carole Brown) e lo sconcertato Dr. Herder (Michael Bryant).

Voto: 7,5 (visto in v.o.s.).

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