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Alzati spia

Regia di Yves Boisset vedi scheda film

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La recensione su Alzati spia

di hupp2000
8 stelle

Se Lino Ventura è diventato un gigante della cinematografia francese (e non solo), lo deve anche a film come questo. Il personaggio è tagliato con l’accetta. Agente segreto francese “dormiente” di stanza a Zurigo, Sébastien Grenier viene richiamato in servizio dopo l’assassinio di un suo collega e si ritrova subito in un mare di guai. La trama spionistica è delle più classiche, ci sono pochi e persino scontati colpi di scena ma, come gli è spesso accaduto, Lino Ventura imprime al suo ruolo una gravità, un’intensità recitativa, una dura naturalezza che caratterizzano il cavallo di razza che conosciamo, quello che rende appassionante una storia anche se confusa. Spesso, nei film di spionaggio, la sceneggiatura può lasciare a desiderare, dando nondimeno vita ad opere di innegabile valore. Modello del genere fu “Il falcone maltese” (1941) di John Huston. In questa sua prova, Yves Boisset, regista essenzialmente di media levatura ma tutt’altro che trascurabile, non assurge ad alcun vertice cinematografico, ma gode di una magnifica distribuzione (la parola “cast” non mi piace), di buone ambientazioni (neppure “locations” mi piace), nonché di un’adeguata e molto riconoscibile colonna sonora (un Ennio Moricone forse poco innovativo, ma deliziosamente incalzante). Gli attori comprimari sono le facce giuste per i rispettivi ruoli, da Michel Piccoli, intrigante agente francese forse al soldo del KGB, al volto scolpito di Bruno Cremer, che spunta dal nulla a tre quarti del film ed è l’unico ad uscire vivo dall’intricata vicenda. Nel ruolo della compagna di Sébastien Grenier, Krystyna Janda, elegantemente intellettuale, devota e travolta dagli eventi, se la cava egregiamente. L’immagine della sua salma rinvenuta nel bagaliaio posteriore di un’auto non può non rimandare all’istantanea sul cadavere di Aldo Moro nella Renault 4 rossa del 1978. A rendere ovviamente il tutto ancor più gradevole sono, immancabilmente, i succosi e mai banali dialoghi firmati dal Maestro Michel Audiard. Un vero piacere!

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