Regia di Louis Malle vedi scheda film
Alla fine degli anni '60 Malle si ferma per un attimo e guarda all'India - come molti suoi contemporanei, d'altronde: nello stesso 1968 anche i Beatles avevano speso alcune settimane in meditazione in un ashram a Rishikesh (nel nord della nazione), facendo notizia e richiamando interesse a livello planetario. Le intenzioni del regista francese sono altrettanto pacifiche, rispettose e curiose: il suo obiettivo dichiarato è infatti quello di documentare, con gli occhi di un occidentale, la vita nella caotica, ribollente di vita città di Calcutta, senza proporre alcun commento, nè tantomeno giudizio. Milioni di persone affollano le strade: i calcoli citati nel film parlano di una previsione di venti milioni di abitanti da raggiungere entro vent'anni; la realtà è stata un po' differente (sono poco oltre i quindici milioni quarant'anni dopo l'uscita del film), ma i dati appaiono comunque preoccupanti. Anche perchè la testimonianza filmata di Malle non critica in maniera diretta, esplicita, ma sicuramente influenza lo spettatore e lo convince a farsi un'idea precisa su quanto vede: baracche, mendicanti, lebbrosi, gente che si lava nel fiume (il Gange) in spazi ristrettissimi, una diffusissima povertà, nessuna norma igienica elementare per un occidentale. Eppure la gente qui è felice, si incontrano musicisti, persone in meditazione, bambini che giocano, c'è persino chi lava un elefante, per strada, chi fabbrica statue sacre, e ancora cortei religiosi, una festa popolare e una manifestazione comunista (segnale palese che, a dispetto delle apparenze retrograde, il Sessantotto è arrivato fin qui). Lo sguardo di Malle è semplicemente affascinato: e con il suo lo è quello del pubblico, colto improvvisamente da mille domande su una realtà parallela e tanto differente da quella in cui è abituato a vivere ogni giorno; il regista chiude quindi raccontando l'altrettanto profonda - e curiosa - attenzione da parte degli indiani nel vedere la troupe francese girare per le vie della città, come in uno scambio di reciproci stupori. 7/10.
Un viaggio fra le vie (e le fabbriche, e le baraccopoli) della città di Calcutta, sovrappopolata e perennemente in fermento.
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