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La fabbrica di cioccolato

Regia di Tim Burton vedi scheda film

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La recensione su La fabbrica di cioccolato

di barabbovich
6 stelle

Il film spinge con forza sul pedale della fantasia lasciandosi tuttavia travolgere dai suoi stessi eccessi. Più felliniano di Fellini, più devoto alla citazione di Quentin Tarantino, il film deraglia proprio nel tentativo di mettere troppa carne al fuoco.

Stanco di venire scopiazzato dalla concorrenza, il geniale Willy Wonka (Depp) si rinchiude nella torre d'avorio della sua fabbrica di cioccolato, affidando le sue ghiotte invenzioni all'operosità di alcuni nanetti. Decide quindi di mettere in palio cinque tavolette di cioccolato ricoperte con una carta dorata. I cinque bambini che le troveranno avranno il privilegio di visitare la fabbrica e solo uno di loro riceverà un segretissimo superpremio. Inutile dire che quattro ragazzini su cinque sono tracotanti, capricciosi e viziati e che il super-premio andrà a un poverissimo bambino che abita all'ombra della fabbrica. Tratto dal testo di Roald Dahl, il film di Burton spinge con forza sul pedale della fantasia lasciandosi tuttavia travolgere dai suoi stessi eccessi. Più felliniano di Fellini, più devoto alla citazione di Quentin Tarantino (qui si va da Kubrick ai gruppi rock anni '60), il film deraglia proprio nel tentativo di mettere troppa carne al fuoco: il racconto ne risulta sfilacciato, la morale sulla famiglia melensa ed inutile, il finale tremendamente stucchevole. Johnny Deep gigioneggia per un paio d'ore a suon di smorfie, sorrisi a 32 denti e altre amenità. Remake del film che Gene Wilder interpretò nel 1971.

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