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La fabbrica di cioccolato

Regia di Tim Burton vedi scheda film

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La recensione su La fabbrica di cioccolato

di BobtheHeat
8 stelle

“La fabbrica di cioccolato” e’ tratto da un piccolo classico per ragazzi, “Willi Wonka e la fabbrica di cioccolato” di Roald Dahl, gia’ in verita’ riadattato per il grande schermo nel 1971 con Gene Wilder nel ruolo del protagonista. Ma c’e da scommettere che questa versione rimarra’ impressa nella memoria degli spettatori con ben altra forza, tante sono le sequenze meravigliose che compongono, meglio di qualsiasi quadro espressionista, questo nuovo sfavillante film di Tim Burton. Vi si narra la storia del piccolo e giudizioso bambino Charlie, che vive, in una totale ma serena miseria dal sapore dickensiano, insieme ai poveri genitori e ai suoi acciaccati nonni (impagabilmente ritratti quasi sempre tutti quanti in un decrepito lettone sotto montagne di coperte) alla periferia di una immaginifica e surreale citta’, in una catapecchia tanto inclinata da far invidia alla Torre di Pisa. Quando Willy Wonka, lo stravagante padrone della vicina e misteriosa fabbrica di cioccolato, decide di lanciare un concorso, i 5 fortunati bambini che troveranno un favoloso biglietto d’oro all’interno delle sue tavolette di cioccolato avranno la possibilita’ di visitare per un intero giorno la sua fabbrica e di vincere alla fine una non definita ricompensa, il sogno del piccolo Charlie sembra potersi avverare. E cosi’ avviene. Sara’ infatti proprio lui che, accompagnato dal suo simpatico nonno, avra’ modo di visitare, insieme ad altri quattro detestabili bambini, quello che ai loro occhi si presentera’ come una vera e propria Disneyland fatta di fiumi e cascate di cioccolato, di alberi e frutti di caramella, un luogo insomma molto piu’ incantato e fiabesco di quello di “Alice nel paese delle meraviglie”. Inutile dire che sin dalle primissime inquadrature quello che si presenta ai nostri occhi e’ in tutto e per tutto un mondo che appartiene all’estro visionario del suo regista. Impossibile non rimanere sbalorditi davanti alla maggior parte delle trovate che si susseguono, a ritmo in verita’ alternato, davanti agli occhi degli spettatori. Merito ovviamente anche del mirabile lavoro tanto dello scenografo Axel McDowell, quanto di quello del superbo operatore Philippe Rousselot e della nostra grande costumista Gabriella Pescucci. E cosa dire delle scelte di casting, a cominciare da quelle dei bambini, tutti a loro modo perfetti, per finire a quella di Jonny Depp nel ruolo dello stravagante Willy Wonka, che con occhi spiritati, volto ceruleo ci regala battute surreali, si mostra ancora una volta come vero alter ego del suo regista. E poca importa che, a dir la verita’, a rigor di logica nella storia, avrebbe dovuto avere “qualche annetto” in piu’… E’ solo un dettaglio o poco piu’.Anzi e’ una scelta vera e propria, come quella di mostrare nei flasback il nonno di Charlie sempre e comunque ...“vecchio”. Ma e’ il genio di Tim Burton a fare la differenza, a regalarci ancora una volta qualcosa di unico e speciale. Forse e’ vero, il protagonista non ha la forza e non trasmette sicuramente la poesia che aveva a suo tempo il caro Edward mani di forbice. Seppure volutamente, nei flashback che ci spiegano la sua infanzia e non solo, nel suo rapporto con il padre (un gustoso cameo di Cristopher Lee), i punti di contatto con il precedente capolavoro non sono volutamente pochi, perche’ anche il piccolo Willy imprigionato com’era da un mastodontico apparecchio dentale, appariva ne piu’ ne meno come un (tenero) mostro al pari del precedente Edward. Alcuni forse potranno non apprezzare i momenti in cui il film si trasforma in un vero e proprio festoso musical, perche’ spezzano e in parte dilatano il ritmo della narrazione. Ma sarebbe un peccato, perche’ anzi i vari numeri musicali, sotto la guida del fedele compositore Danny Elfman, tutti con al centro, altra idea fenomenale, minuscole creature, gli "Umpa Lumpa" (vale a dire l’attore nano Deep Roy, una vera sagoma come si suol dire, miniaturizzato e moltiplicato quasi all’infinito grazie alla computer graphic) sono in realtà quasi tutti delle piccole perle, che richiamano ai migliori musical degli anni ’50, Esther Williams compresa. E’ invece il modo in cui il bizzarro Willy Wonka elimina man mano i vari bambini dal gioco, come sono impaginati questi episodi a non convincere sempre in egual misura, specie l’ultimo,quello della stanza della televisione, che pur ci regala la citazione/trasformazione del monolito di Kubrick in una gigantesca tavoletta di cioccolato, e non e’ poco. Di sicuro avrebbe giovato sottolineare con minore enfasi nel finale del film la sua morale, cioe’ che niente, tanto meno la bonta’ del cioccolato puo’ ovviamente essere lontanamente paragonata alla forza e al valore della famiglia. Burton invece eccede “spielberghianamente” in qualche spiegazione di troppo, mentre sarebbe bastato chiudere solo visivamente con quella incantevole immagine della casa di Charlie ricoperta di neve/zucchero filato. Ma anche cosi’ dico “lunga vita a Tim Burton” ! Voto 8

Su Christopher Lee

Un gustoso cameo, come lo era stato a suo tempo quello di Vincent Price in Edward.

Su Johnny Depp

E'l'alter ego ancora una volta del suo regista, ma il suo personaggio ha meno forza, rispetto ad altri film del passato, schiacciato com'e' anche dalla meravigliosa e virtuosistica messa in scena.

Su Tim Burton

Qualcuno spesso abusa della parola GENIO,per Burton e'invece la sola ed unica che DEVE sempre venire alla mente.

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