Regia di Tim Story vedi scheda film
Nel 2005 l’idea del Marvel Cinematic Universe era un abbozzo che iniziava a prendere forma. I nuovi Marvel Studios, nati l’anno prima, siglarono un accordo di distribuzione con Paramount decidendo di produrre i film contando sulle proprie forze ed ottenere, così, maggiori profitti dai propri fumetti. Anziché vendere i diritti cinematografici al miglior offerente, strategia utilizzata fino al quel momento, il neonato studio cinematografico iniziò a programmare i successivi film in un’ottica nuova in cui i propri eroi potessero interagire e magari riunirsi in un unico film.
Stava nascendo il MCU da cui, tuttavia, alcuni personaggi erano esclusi. Spider-Man era legato a Sony da un accordo di sfruttamento cinematografico. Gli X-Men e i “Fantastici 4” erano stati ceduti a 20th Century Fox. Ognuno di questi studi deteneva i diritti in esclusiva.
Mentre le strategie di Marvel andavano modellandosi 20th Century Fox iniziò a produrre il primo dei due film sui "Fantastic Four" che sarebbe uscito nelle sale mondiali con buona accoglienza di pubblico.
Il film diretto da Tim Story non appartiene alla continuity del MCU, essendo uscito tre anni prima di “Iron Man”, tuttavia appartiene a pieno titolo al filone dei Cinecomics Marvel tant’è che lo stesso Stan Lee appare, come consuetudine, in un divertente cameo nei panni di un postino. Il film sfrutta l’impatto del fumetto sul pubblico d’antan e la fama dei personaggi che già sul finire degli anni ’60 erano protagonisti di una serie di animazione per la ABC.
Il film obbedisce alle regole del filone con gli stessi meccanismi a cui ogni cinecomic si confà per raccontare le origini di un eroe e della sua nemesi. Qui gli eroi sono quattro e corrispondono ad un gruppo di astronauti e cervelloni che acquisiscono i propri poteri dopo un’esposizione alle radiazioni solari sufficiente ad ammazzare chiunque.
Il film è di grana grossa. Story e la sua equipe di sceneggiatori non fanno certo i salti mortali per conferire un minimo di spessore ai personaggi. Le sequenze emotivamente più interessanti vengono per lo più ridicolizzate. La gestione della “Cosa” è l’esempio concreto del deficitario lavoro di scrittura. Il potenziale drammatico dell'uomo roccia, davvero enorme, è stato decisamente barbarizzato così come l’intermittente ed instabile “trasparenza” della Donna Invisibile è stata sfruttata allo scopo esclusivo di mostrare Jessica Alba in mutandine e reggiseno. Chiusa la lunga fase della scoperta dei poteri nemmeno la successiva fase dello scontro tra il bene e il male, tra i Fantastici 4 e Victor von Doom appare esente da passaggi affrettati e lacunosi. Il film giunge alla fine, tra una buffonata e l'altra, facendo il minimo sindacale.
“I fantastici 4” è, senza dubbio, più ridicolo che eroico ma per qualcuno potrebbe essere una qualità anziché un difetto.
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