Regia di Yousry Nasrallah vedi scheda film
La malattia di films di questo genere, manieristici e quasi inguardabili per la nostra mentalità. Qui abbiamo un mixer con un tuffo nell'occidente, e lo sguardo è interessante a tratti perché quello di un egiziano, e quindi del mondo arabao, che prende in considerazione i comportamenti dal loro punto di vista. La parte del film fatto in Francia diciamo che non è male, ma il resto è vittima di certe sacralità abbastanza ingenue con paradigmi lontanissimi e quasi infatili. La critica alla vita sociale ed al patriarcato è abbozzata, e senza volerlo si intravedono i rapporti fra maschi che rasentano sempre l'omosessualità, mai ammessa nel pensiero.
Un giovane architetto si ribella alla volontà del padre e emigra in Francia per il suo sogno di voler fare l'attore, la realtà sarà diversa
Il suo ruolo è vittima di una sceneggiatura organizzata in un certo modo, potrebbe avere delle possibilità, ed in altri films le ha dimostrate
Interpretazione nei parametri circoscritti
solita cosa per questo
non si distacca dalla monotonia costruita
Una regia che tenta un terreno diverso, ed a tratti ci riesce, ma sempre con poco coraggio
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