Regia di Jan Kounen vedi scheda film
Western sperimentale di matrice francese assai difficile da seguire, specie nella seconda parte. Il regista francese Jan Kouen, apprezzatissimo dal sottoscritto alla direzione di Dobermann, decide di rendere omaggio al genere western italiano e americano, attingendo direttamente dal mondo del fumetto francese con l'intento di creare un qualcosa di nuovo. Ne deriva un copione psichedelico, tratto dall'omonimo fumetto di Jean Giraud, incentrato su una storia di vendetta e caccia all'oro che viene però surclassata, sul piano dei contenuti, dal misticismo indiano (il protagonista ferito e moribondo viene curato dagli indiani e convertito ai loro usi) e dal ricorso di massicci effetti visivi che contaminano il finale, rendendolo degno di un delirio conseguenziale all'assunzione di LSD (in realtà i due protagonisti assumeranno una sostanza liquida). Davvero un peccato perché l'impianto scenografico e fotografico è mozzafiato e anche la regia, pur se modaiola (numerose riprese aeree con improvvise accelerazioni e zoomate), regala più di una sequenza appassionante.
Purtroppo a latitare è lo script, infarcito di effetti visivi piuttosto che di snodi narrativi. Il protagonista, Vincent Cassel, cerca per tutto il corso del film di liberarsi dai demoni del ricordo e dalla morte di una giovane prostituta (di cui si era invaghito), che si scoprirà poi esser stata uccisa per errore da lui stesso a causa di un attacco di vanità. A fargli da avversario c'è Michael Madsen (causa dello scoppio di ira di Cassel), completano poi il cast Juliette Lewis e i volti notissimi di Ernest Borgnine e Geoffrey Lewis. Grosso dispendio di risorse, budget elevato ma risultato complessivo mediocre. Molto deludente.
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