Regia di Jan Kounen vedi scheda film
dalla parte degli indiani e delle loro terre sacre, dove s'impara ad affrontare i propri demoni filiformi e accecanti sculture arzigogolate in computer grafica vomitate letteralmente. dalla louisiana colui che diverrà vincent cassel viene "cagato" in un villaggio di frontiera dove come prima cosa da farsi è quello naturalmente di innamorarsi della prostituta più bella del bordello-saloon giusto davanti alla fermata della diligenza. peccato che di lei cliente c'è anche quel tipaccio di michael madsen. finisce a sparatorie e incendio e con il giovane che scappa ferito. salvato e curato da una famiglia di indiani, lo ritroviamo poi sceriffo di un villaggio che deve fare i conti con un ricco proprietario terriero con la faccia di geoffrey lewis che è molto interessato alle terre dei nativi e che non si possono toccare per accordi presi. insomma, kounen ci "delizia" con due ore e poco più di riprese aeree su paesaggi mozzafiato, visioni in computer grafica divise tra la luce dei buoni d'animo e il dark di vermi, ragni e truci millepiedioni che invece rappresentano il lato oscuro insito perlopiù in quella faccia sempre uguale a se stesso del marpione michael madsen. cassel sotto tono quasi non ci si accorge della sua presenza. a petto nudo fa la sua porca figura, peccato che si levi i pantaloni ed entri subito in acqua. naturalmente si cambia registro con le pulzelle: della giocante possiamo assaporare culo e tette e della juliette lewis figlia di geoffrey nel film e nel reale ci regala un nudo subbacquo da sacerdotessa del nuovo sè, che insieme alle cosce e al suo triangolino nero, ci apre le porte della percezione cosmica. alla fine, un film piuttosto noioso.
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