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Lords of Dogtown

Regia di Catherine Hardwicke vedi scheda film

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La recensione su Lords of Dogtown

di uccio
8 stelle

Dogtown - La città dei cani. Così è chiamato il tratto di spiaggia compreso tra Venice e Santa Monica vicino alle rovine del Pacific Ocean Park, parco divertimenti molto noto nella Los Angeles degli anni '50 e caduto in disuso nel decennio successivo. Non esattamente uno dei posti più eleganti che potete trovare nella città degli angeli, anzi.

Proprio in quel lembo di terra, verso la metà degli anni '70, un gruppo di ragazzi con la passione del surf rivoluzionò il mondo dello skateboard portando in dote a quest'ultimo elementi e figure proprie del surf.

Il film scritto e sceneggiato da Stacy Peralta, uno dei protagonisti di quel momento magico per gli skaters californiani e non, racconta proprio la nascita e l'ascesa dello Zephyr Skate Team (i Z-Boys), gruppo di skaters voluto e assemblato dal surfista e produttore di tavole Skip Engblom.

Ragazzi provenienti da famiglie di diversa composizione ed estrazione sociale si ritrovano per surfare e fare skate nella zona del vecchio Pacific Ocean Park. Consolidando la loro amicizia grazie alle comuni passioni si stringono attorno a Skip (Heath Ledger), sciroccato proprietario di un negozio di tavole. La loro passione è anche una filosofia di vita, una ricerca di libertà che sfocerà in una concezione dello skate completamente nuova. Il pacato Stacy Peralta (John Robinson), il ribelle Jay Adams (Emile Hirsch), l'imbranato Sid (Michael Angarano) e il talentuoso Tony Alva (Victor Rasuk) sono il cuore del futuro gruppo dei Z-Boys che porterà il nuovo stile nelle principali competizioni dedicate allo skateboard.

In poco tempo arriveranno opportunità, fama, soldi e di conseguenza accordi, disaccordi, cambi di prospettiva, tradimenti e malumori. I ragazzi dovranno crescere e non tutti lo faranno alla stessa maniera.

Il film della Hardwicke è una bella fotografia di quei momenti, un racconto che parla di passioni e di amicizia, di esistenze difficili e di punti di svolta ma soprattutto è la parabola di alcuni ragazzi diventati in seguito dei punti di riferimento a livello mondiale per tutti gli amanti dello skate. Con un cast in palla e decisamente affiatato non è stato difficile neanche per un profano come me apprezzare lo spirito di questa pellicola e sentire il profumo dell'aria che si poteva respirare in quegli anni in quel determinato ambiente, la libertà e il senso del divertimento assaporato da quei ragazzi ancora così giovani. Le corse tra i cortili, le evoluzioni clandestine nelle piscine vuote a causa della siccità, le onde, il mare e anche diverse difficoltà.

Le riprese delle acrobazie sugli skate aumentano il coinvolgimento per quello che rimane un'opera di fiction ispirata molto da vicino a fatti reali. Certo, non sapremo (o almeno io non lo so) se la versione reale della sequenza finale del film andò proprio così, ad ogni modo alcuni passaggi della pellicola strappano diverse emozioni e questo non può essere un male. Certo va considerato che il lavoro di Peralta non può non essere influenzato dal cuore e dai sentimenti provenienti da un'epoca e da fatti legati alla propria giovinezza. Il risultato è comunque davvero apprezzabile, e ve lo dice uno al quale dello skate e del surf non è mai fregato nulla.

 

Dal mio blog: http://lafirmacangiante.blogspot.it/

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