Regia di Catherine Hardwicke vedi scheda film
Una regista indipendente trentenne è riuscita a catturare, senza retorica né eccesso di nostalgia, la ribellione indistinta, dove una nuova rabbia si mescolava a un antico entusiasmo, dei giovanissimi californiani che, a metà degli anni ’70, prendendo spunto dalla passione e dalle evoluzioni ardite del surf, rivoluzionarono lo skateboard. La regista è Catherine Hardwicke (segnalatasi con il notevole Thirteen), i quattro ragazzi di cui racconta la storia (vera) sono Jay Admas, Tony Alva, Stacy Peralta e il loro amico Sid, interpretati rispettivamente da Emile Hirsch, Victor Rasuk, John Robinson e Michael Angarano. Lords of Dogtwon sa inseguirli e sbalzarli uno a uno in primo piano, senza moralismi, senza una “tesi” da sostenere (i quattro ragazzi fecero ognuno una scelta diversa, chi si diede allo sport professionale, chi invece inseguì altre suggestioni e tentazioni). Punteggiato da una colonna sonora d’epoca da brivido e “spezzato” dal montaggio eccellente di Nancy Richardson, il film traccia un ponte, ideale e stilistico, tra i malinconici eroismi del grande cinema americano anni ’70 (in testa a tutti, naturalmente, Un mercoledì da leoni, ma circola anche aria da Bob Rafelson – chi ricorda Stay Hungry?) e l’amarezza senza futuro dei contemporanei Gus Van Sant e Gregg Araki. Forse il cinema indipendente americano non è morto.
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