Regia di George A. Romero vedi scheda film
Quasi vent'anni dopo il terzo capitolo della saga sugli zombie,george A.romero realizza la prosecuzione del suo mondo invaso dai resuscitati,più o meno integri,tornati a divorare un'umanità sempre più circoscritta e impaurita. Il disegno dell'autore di origine cubana è chiaro fin dal primo "La notte dei morti viventi",datato 1968,e cioè tracciare una metafora complessa della società consumistica usando come strumento il genere dell'orrore.E orrori in questo quarto episodio ve ne sono a profusione,spesso il film assume toni inclinanti alla truculenza,anche se l'aspetto rivoltante viene stemperato da zampate d'ironia quando non emerge il lato grottesco di tutto ciò.Uno dei titoli più marcatamente politici della stagione che sta concludendosi,"Land of the Dead" parla di morti che divorano i vivi e uomini che s lasciano andare a una barbarie ingiustificata e sovente gratuita contro i "ritornanti",per parlare del nuovo imperialismo americano alla GWB,di cui Dennis Hopper(bel rincoglionito,dico a titolo personale) è una versione per lo schermo.TYra gli sfracellamenti,le orde di cadaveri zoppicanti brulicanti,le citazioni da altro cinema di serie A si succedono("Velluto blu","Apocalypse now" e altri ancora),e risulta difficile,infine,non provare un bizzarro moto di affinità con gli zombi,nuova carne da macello di una società sempre più devoluta a autofagocitarsi.
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