Regia di Stefano Calvagna vedi scheda film
Basti dire che il personaggio principale del film, un professore di storia dell'arte, si esprime come Carlo Verdone nella ben nota caricatura comica del 'coatto' romano. Ciò avviene non certo per esigenze di sceneggiatura, quanto purtroppo per il reale analfabetismo dell'attore in questione, come peraltro di tutto il resto del cast. E' questo il nuovo cinema 'indipendente' (dalla decenza) che piace alle Detassis e agli Alberoni, e che riceve le munifiche sovvenzioni governative destinate alle opere più stolte, laccate e lobotomizzanti. Questo tale signor calvagna pare una sorta di federico moccia ante litteram, con meno ingenuità (ed è una colpa) e di gran lunga più pericoloso, giacchè convinto di poter veicolare perfino uno straccio di messaggio 'etico' attraverso la messa in scena del trash più bieco ed involontario. Roba così andrebbe proibita in tutte le terre del globo, emerse e non. Punizioni corporali all'intera troupe e pubblica gogna, susseguente ad esproprio proletario di tutti i possedimenti, per i produttori. Il voto non lo diamo nemmeno. A tutto c'è un limite.
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