Regia di Pasquale Pozzessere vedi scheda film
Pozzessere, che una decina di anni fa sembrava uno dei registi italiani su cui puntare di più, dopo una sfortunata parentesi televisiva (La vita che verrà) torna con questo film, che esce solo adesso ma era stato girato un paio d’anni fa. Ed è un tonfo da lasciare imbarazzati. La storia, contorta e confusissima, è quella di David (Dionisi), che ha perso la madre antropologa in India quando era bambino, e pur essendo un pianista prodigio si è messo a fare il pilota di aerei militari. Poi, contattato da un losco boss del terzo Settore, molla tutto e si mette a pilotare il suo aereo privato. Lì rimane coinvolto dal giro di donne di Raimondo, e poi incontra un altro bambino-genio, stavolta dei computer, grazie alle infrazioni informatiche del quale diventa miliardario. Ma la trama ha ancora altre giravolte, tutte variamente implausibili, e altri cambi di set. Lo spunto iniziale, di visionaria indignazione sul potere pervasivo del denaro, era probabilmente generoso e sincero. Ma il risultato è una sfilza di banalità moralistiche e dialoghi pseudo-poetici sul filo del ridicolo, interpretati da attori storditi e attrici pessime. La regia è trasandata, irriconoscibile la mano del potente regista di Verso Sud e Padre e figlio.
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