Regia di Uli Edel vedi scheda film
Per me Christiane F è soprattutto un libro , il film viene dopo.Un libro dei miei 13 anni che mi sconvolse come e più de L'esorcista ,un altra delle mie letture preferite di quel periodo, stavolta proibita perchè lo leggevo di nascosto dopo averlo rubato alla libreria di mio padre. All'epoca a scuola ci martellavano letteralmente sulla droga perchè l'eroina era un problema sociale allarmante e in forte espansione tra le giovani leve.
Tra i ragazzi della mia età.
C'era paura nei nostri genitori, ma in provincia era tutto ovattato, al telegiornale quando sentivamo dei morti per overdose(un vocabolo che allora neanche conoscevamo) erano soprattutto nelle grandi città.
Ci sembrava che vedessimo tutto attraverso un oblò, ci sembrava che la provincia fosse immune a questa piaga sociale.All'epoca a ogni telegiornale venivamo a sapere di ragazzi morti per droga, del resto c'erano più di 1000 decessi l'anno per droga.
A scuola ci facevano leggere Mario Tobino(Ascolta ragazzo la droga mai) a casa cercavamo qualcosa di meno teorico e più "vero".
E a questo identikit corrispondeva Christiane F, Noi i ragazzi dello zoo di Berlino, libro capace di evocare gli incubi peggiori.
Quindi quando uscì il film mi catapultai letteralmente al cinema per vederlo. Credo che non avessi nemmeno 14 anni , l'età giusta per non incorrere in quel divieto. Ma dimostravo di più quindi non ebbi problemi a entrare nel cinema.
Non è mai corretto confrontare l'immagine con la pagina scritta ma giocoforza vien da farlo.
E la prima cosa che voglio sottolineare è che qualsiasi regista sarebbe stato incapace di riprodurre fedelmente quello spaccato di umana disperazione che è descritto in modo così potente nelle pagine del libro.Un libro verità, nato da interviste, il mondo della droga visto da dentro.
Nello stile scarno e semidocumentarista di Uli Edel Berlino diviene l'avamposto dell'inferno sulla terra dove un brulicare di anime, inconsapevoli del proprio destino segnato, cerca rifugio in paradisi artificiali purtroppo a tempo determinato.Dopo quel trip, quel viaggio di poche ore si ritorna sempre al punto di partenza. E ogni volta è sempre peggio.
Berlino è un luogo freddo e buio, gli angoli delle strade vicino alla stazione sono un pò tutti uguali e questi giovani cominciano a bucarsi un pò per gioco, un po' per curiosità.
Addirittura il primo buco per Christiane è un regalo per il suo quattordicesimo compleanno.
Bel regalo.
Nonostante le resistenze del suo innamorato Detlef, già caduto in quel vortice e costretto a prostituirsi per comprare eroina, Christiane vuole provare, dice che lo farà una sola volta, che sa gestire bene le sue reazioni, che può smettere quando vuole.
Ma quel primo buco è semplicemente l'inizio della sua fine.
Perchè Christiane F comincia a drogarsi?
La risposta non c'è nel libro,nè nel film.
Il dato di fatto è che la sua situazione familiare è complessa. La madre non le sta dietro,l'ha investita di troppe responsabilità.Troppe e troppo presto.E lei ha scelto di deviare dalla retta via trascinata dal flusso delle sue amicizie e dal mito dello sballo che si faceva largo tra i giovani di quell'epoca. A 13-14 anni è costante la ricerca del proibito e bere superalcolici,fumare tabacco,marijuana,hascisc(come la protagonista) o anche assumere qualcosa di molto più pesante poteva essere per Christiane un modo per sentirsi vicina ai suoi amici, per trovare nella maniera sbagliata quel sentimento di appartenenza al "gruppo" che regola molte giovani coscienze.
A 14 anni esisti solo se fai parte di qualche "gruppo". Se sei solo non esisti.
Purtroppo per Christiane il suo gruppo è composto per lo più di ragazzi come lei,con una situazione familiare complessa, senza controllo nè freno, liberi di uccidersi come meglio credono.
Il lavoro di Edel è notevole perchè riesce a dare un'unità narrativa a un libro intervista pieno di episodi slegati tra di loro, lo sfronda di diversi personaggi effettivamente di dubbia collocazione nella storia di Christiane(protagonisti di singoli episodi raccontati dalla giovane), riesce a creare qualcosa di molto credibile.
La Berlino plumbea e inospitale di questo film è qualcosa che rimane nella memoria.
Se c'è qualcosa che manca in questo film è la parte dedicata alla disintossicazione che nel libro ha molta importanza.Qui è trattata molto velocemente e le immagini,seppure molto forti, non restituiscono che un minimo della brutalità della pagina scritta.
Da citare la colonna sonora di David Bowie, idolo incontrastato di questi quattordicenni, con la sua Heroes che commenta costantemente il film.
Christiane F ,Noi i ragazzi dello zoo di Berlino non farà parte della storia del cinema ma oggi appare come un importantissimo e soprattutto fedele documento di un'epoca .
Christiane F ora vive da qualche parte in Germania,lontana dai riflettori.
La sua vita è stata rovinata dalla droga.
ottimo lavoro
impressionante per come aderisce al personaggio
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