Regia di Uli Edel vedi scheda film
Attraverso la discesa nel tunnel della tossicodipendenza di una ragazzina tedesca di quattordici anni (Christiane Felscherinow, il vero nome della ragazza), ambientata nella Berlino ovest degli anni '70, il regista Uli Edel, con stile asciutto, racconta uno spaccato inquietante di tanta gioventù tedesca allo sbando, in un'epoca non lontanissima.
Il pregio di tale opera sta, in primo luogo, nel mostrare una Berlino non da cartolina (soprattutto la zona tra la stazione e lo Zoo, vero snodo della città che ancora oggi, seppur diversa a livello architettonico, è veramente brutta) cupa, livida, inquadrata la maggior parte di notte, che mette quasi paura; in secondo luogo, il regista evita un certo compiacimento visto in altri film che trattano argomenti simili, magari con l'uso di musica martellante e montaggio da videoclip. Un esempio ne è la scena più sconvolgente del film, vale a dire quando Christiane e il suo ragazzo, in crisi di astinenza, si contorcono nel letto, sequenza questa filmata senza alcun commento musicale.
Molto aderente al ruolo la giovanissima Natja Brunckhorst.
Per la cronaca, il film finisce con la voce fuori campo della protagonista che racconta di essere uscita da quell'incubo; purtroppo per lei, ho letto che, a tutt'oggi (2008), Christiane non è mai riuscita a liberarsi completamente dalla sua dipendenza dall'uso di droghe.
'Christiane F.' è un bel film su un tema sgradevole come pochi altri.
Voto: 8.
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