Regia di Uli Edel vedi scheda film
lessi più volte il libro da adolescente e mi rimase dentro. Sentii profondamente quanto fosse bello essere giovane e sano, fiero di non essermi perduto. Vidi il film solo in parte comunque ne rimasi impressionato. Rivedendolo ‘da grande’ ho provato nuovamente le emozioni di allora ricordandomi di com’ero: un ragazzino come tanti che vuole uscire dalla famiglia ed ‘entrare nel gruppo’. Bellissima la scena in cui Christiane, Detlef e gli altri corrono nei sotterranei della metro con la musica Bowie, liberi, giovani e ribelli. Rubano senza paura si fanno beffe della ‘pula’, del mondo degli adulti, dell’ordine costituito. Si perdono e si ritrovano in vetta al grattacelo, a guardare dall’alto l’alba di una grigia Berlino.
E poi la droga, i buchi, la prostituzione, il sangue e la morte. Lunga prospettiva sullo ‘zoo’ vero della stazione, con i suoi volti, i suoi drammi, il suo schifo. Sequenze reali da documentario si mescolano ad una fiction di attori non professionisti. Memorabile il concerto di Bowie, drogato ma artista ‘figo’ e privilegiato.
Il film ovviamente non riesce a trasmettere tutto il libro ed un libro non può descrivere tutta una persona.
Perdonabile qualche pecca di sceneggiatura.
PS Christiane ora è grande, ha un figlio ma non sembra essersi mai rimessa del tutto a posto.
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