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Il gabinetto del dottor Caligari

Regia di Robert Wiene vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il gabinetto del dottor Caligari

di axe
9 stelle

All'interno di un cortile, un uomo racconta ad un altro delle singolari vicende intorno al Dottor Caligari, un personaggio equivoco che era solito mostrare nelle fiere, in guisa di "fenomeno da baraccone" il giovane sonnambulo Cesare. Misteriose morti avvengono là dove è presente il Dottor Caligari; ma chi è in realtà costui ? E perchè è assolutamente somigliante al direttore del manicomio del quale il narratore è, con ogni evidenza, ospite ? Ho scelto di vedere questo film in quanto citato tra i capostipiti del genere horror. Nonostante gli oltre cento anni d'età, trovo che la pellicola non abbia nulla da invidiare ad opere più moderne. Flashback, sequenze oniriche, colpi di scena, un epilogo spiazzante, rendono il film ancor oggi appassionante, sebbene non di facile comprensione, non solo per l'incastro delle sequenze, ma anche per i temi trattati, tra i quali è predominante la follìa. Le sequenze finali identificano, non solo Francis, il narratore, ma anche altri personaggi del racconto - la bella Jane, che ritiene di essere una regina; il misterioso Cesare - in ospiti del manicomio. L'uomo che ha le sembianze del Dottor Caligari ne è il direttore. Sembra che la vicenda sia generata dalla fantasia del narratore, il quale pone al centro delle sue ossessioni il capo dell'istituto, identificandolo, per il suo ruolo, nel personaggio responsabile delle sue sofferenze. Trova pertanto motivo la scelta di dare una rappresentazione alterata della realtà, tratteggiata con stile espressionista, del quale l'opera è considerata, per il ramo cinematografico, manifesto. Gli espressionisti, il cui movimento si sviluppò in Germania, patendo per i connotati del periodo storico di inizio '900 - società ferite dalla guerra, aspra conflittualità di classe, tradimento delle promesse del positivismo - scelsero di dare voce all'inconscio, all'irrazionalità, all'anima. Ne deriva la scelta di leggere le realtà attraverso il filtro della propria soggettività, e rappresentarla secondo i canoni di ciascuna arte. Nell'opera in esame, gli ambienti nel quale si svolge la vicenda raccontata da Francis appaiono distorti, disegnati in forme geometriche per lo più diagonali, che non trovano corrispondenza in criteri di architettura razionali o proporzioni naturali; esprimono oppressione e morbosità, sensazioni riconducibili allo stato d'animo del narratore. L'intenso uso della tecnica del viraggio contribuisce allo scopo. Il trucco e le movenze dei personaggi - fondamentali, essendo il film muto - offrono allo spettatore la valutazione soggettiva del personaggio che racconta. L'espressività del Dottor Caligari trasmette malvagità, furbizia, ossessione; Jane, purezza ed innocenza; Cesare comunica inerzia, assenza di una propria volontà, l'essere vittima di una macchinazione. E', tutto ciò, proiezione della mente di Francis, o è possibile che veramente il direttore del manicomio sia un "Dottor Caligari" ? Probabilmente no, ma non si può escludere. Il film, nella versione da me visionata, quella restaurata nel 2014 ad opera della Cineteca di Bologna, è accompagnato da una colonna sonora acustica, dell'Edison Sudio, la quale ben si sposa alle varie tonalità delle sequenze cui si accompagna. Non avendo una conoscenza "accademica" del cinema, ne', ad oggi, avendo visto opere dello stesso periodo, esprimo una valutazione legata alla portata espressiva; il regista Robert Wiene e gli sceneggiatori Carl Mayer e Hans Janowitz ci parlano di follìa, sogno, il mistero del sonnambulismo; esplorarono territori vergini in un contesto artistico ancora "acerbo". Gli scenografi Hermann Warm, Walter Reimann, Walter Rohrig seppero tradurre in immagini elementi propri dell'interiorità umana. Un horror / thriller molto ben "invecchiato", i cui canoni espressivi sono e saranno utilizzati per il cinema, di genere e non.

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