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Il gabinetto del dottor Caligari

Regia di Robert Wiene vedi scheda film

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La recensione su Il gabinetto del dottor Caligari

di VinsDepp
10 stelle

Il cinema incontra la psicologia nella sua forma più profonda. Un capolavoro assoluto, manifesto del cinema espressionista tedesco. Indimenticabile Conrad Veidt nel ruolo di Cesar il sonnambulo.

Film manifesto del cinema espressionista tedesco, forse questo rimane ancor più fedele alle caratteristiche che il cinema espressionista presenta, "Il gabinetto del Dr.Caligari" rimane ancora oggi una pietra miliare della storia del cinema.

Oggi, molti parlano di questo film come un capolavoro assoluto dell'horror, credo però che sia molto riduttivo parlare di un'opera come questa "etichettandola" solo e semplicemente come film dell'orrore.

Anche perchè "Il gabinetto del Dr.Caligari" non è proprio un vero film dell'orrore, è più un dramma psicologico che sicuramente ha qualche "tinta" horror, sicuramente però è la psicologia che fa da padrona all'opera intera.

Molto probabilmente qui stiamo parlando della prima opera che sviluppa concretamente il tema del doppio e della follia, la distinzione tra allucinazione e realtà corre lungo un filo sottilissimo, un filo perso nei posti più labirintici della mente umana.

Ombre minacciose, angoli bui e studiati per avere le forme più strane, paesaggi disegnati e tocchi pittorici deliranti, oserei dire talvolta anche psichedelici.

Facile pensare e dire quindi che "Il gabinetto del Dr.Caligari" anticipa di maniera incredibile (siamo nel 1920) plotoni interi di film diretti dalle generazioni di registi futuri ma che ancora una volta non potranno fare altro che prendere anche loro spunto da un capolavoro come questo.

Iniziamo col dire che esattamente come il Conte Orlok ha senz'altro reso immortale il film "Nosferatu", in "Il gabinetto del Dr.Caligari" il testimone passa a Cesar il sonnambulo.

Una figura inquietante, sinistra, diabolica, memorabile e misteriosa.

L'entrata in scena di Cesar risulta a mio parere uno dei più alti livelli di cinema e di recitazione.

Conrad Veidt, attore fenomenale che ritroveremo in moltissimi film importantissimo come ad esempio "Il cammino della notte" di Murnau e "L'uomo che ride" da una prova d'attore a dir poco magistrale.

Quando Cesar viene svegliato dal suo sonno per voce del Dr.Caligari, ecco un primo piano memorabile sul volto di Cesar, qualche movimento di labbra, poi le ciglia iniziano leggeremente a muoversi e poi quegli occhi terrorizzanti si aprono lentamente, e quando sono aperti al massimo il terrore è quasi palpabile. Una scena che non si può dimenticare.

Per tutto il film accompagneremo Francis in una storia misteriosa, strani omicidi, predizioni, un posto, un paese che sembra quello di una favola, certo...una favola oscura, un set di un incubo, un qualcosa di totalmente allucinato.

Noi seguiremo il film, non capiremo immediatamente bene cosa stiamo vedendo, questo è dato dal fatto che non solo i personaggi sono strani ma è il tutto, tutta l'atmosfera che respiriamo ad essere strano, allucinata, onirica.

Da antologia anche la scena in cui Cesar vuole uccidere Jane, poi decide di rapirla...da li partirà una ricorsa sui tetti...anche quelli molto molto singolari nelle loro forme.

Tutto questo fino a quando questo viaggio apparentemente non-sense si interromperà...in un modo anche abbastanza semplice...un cartello...sul cartello una parola...manicomio.

Da quel momento le cose inizieranno a prendere forma e senso, paradossalmente, almeno secondo il mio punto di vista e le mie sensazioni è proprio qui che il film inizia a far paura.

Perchè il tema della pazzia, della follia, di non essere totalmente in grado di saper distinguere la realtà dalla fantasia è per me un qualcosa che fa paura.

Curare la mente, recuperare un'anima dal punto di non ritorno...è un qualcosa di drammatico.

Qui mi riallaccio a quello che ho scritto all'inizio della recensione, vedo questo film più come un dramma psicologico che come un vero e proprio film dell'orrore.

Francis che assegnerà un ruolo ai "compagni" che come lui si trovano dentro un manicomio, ognuno diventa un personaggio della storia di Francis, ognuno avrà un ruolo da svolgere nella mente di Francis.

Ecco quindi che il suo racconto diventa un viaggio allucinato, che diventa realtà nella mente del protagonista e noi saremo proprio li dentro...nella mente del protagonista...nei suoi labirinti...e non sapremo neanche se trovare una via di uscita o rimanerci per sempre.

Ora, so benissimo che di film che vanno ad "indagare" sulla follia umana ne sono stati fatti a migliaia, ma qui è bene ricordare che siamo tra il 1919 e il 1920, proporre un film come questo all'epoca era davvero qualcosa di incredibile e sopratutto di complesso.

Con "Il gabinetto del Dr.Caligari" il cinema inizia veramente ad indirizzarsi non solo ad un pubblico che puntava all'intrattenimento...ma puntava anche in qualche modo a spingere gli spettatori verso determinate riflessioni.

Un film come questo inevitabilmente acquista valore col passare degli anni, sia a livello tecnico che per i temi trattati l'opera è immortale nel mondo della settima arte. Ed è giusta che gli si riconosca.

Come "Nosferatu" o "Metropolis" anche questo film è stato omaggiato, studiato, ripreso, da generazioni di registi venuti alla luce molti e molti decenni dopo.

Possiamo citare registi come Tim Burton che da un punto di vista visivo mi fa pensare molto a questo film, possiamo citare David Lynch che da un punto di vista strettamente psicologico mi fa pensare molto a questo film.

Per non parlare poi di altri svariati omaggi, anche nel mondo della musica, Rob Zombie per esempio ha realizzato un video-clip di una sua canzone dove lui stesso interpreta il Dr.Caligari. Quando si crea un mito.

"Il gabinetto del Dr.Caligari" è un capolavoro assoluto, dove il cinema incontra la psicologia per la prima volta nella sua forma più profonda.

Robert Wiene firma un'opera d'arte a cui è impossibile rinunciare, un altro pezzo di storia di cinema. Immortale.

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