Regia di Robert Wiene vedi scheda film
Incosciente metafora del totalitarismo nazista in arrivo (ma venne ad ogni modo creata come critica al potere), la storia del dottor Caligari e del suo 'servo' incosciente, il sonnambulo Cesare, è graffiante, affascinante e valida tuttora, circa novant'anni dopo l'uscita del film. In questo la principale forza del film, che trova inoltre elemento di interesse nelle scenografie e nei costumi appositamente realizzati, che aiutano ad inquadrare la vicenda in una dimensione onirica e favolistica. Il finale aperto è il colpo di genio che chiude il cerchio.
Il dottor Caligari arriva in città con la sua attrazione da fiera: Cesare, un ragazzo perennemente sonnambulo, che vive, si muove, parla, compie ogni azione nel sonno. Da quel momento comincia una serie di omicidi che fanno sospettare proprio di Cesare. Ma la realtà è che Caligari è il direttore di un manicomio e Cesare un suo paziente.
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