Regia di Marco Bellocchio vedi scheda film
L'opera di Cecov costituiva un testo ideale per consentire a Bellocchio di proseguire nel suo discorso e nella sua critica delle istituzioni della società borghese, a cominciare dalla famiglia. Il regista piacentino si gioca piuttosto bene questa chance, anche perché portare sullo schermo cinematografico un'opera teatrale nella sua integrità comportava indubbi rischi (dovuti all'unità dell'azione teatrale), soprattutto in termini di staticità e monotonia dello spettacolo. Grazie ad una robusta messinscena e ad un'ottima direzione degli interpreti, tutti notevolmente bravi, Bellocchio riesce a pitturare un tragico quadro familiare, valido tuttavia dal punto di vista contenutistico e spettacolare.
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