Regia di Luchino Visconti vedi scheda film
Un film che Visconti non amò più da un certo momento in poi, e cioè da quando fu condizionato fortemente dalle vedova dello scrittore Camus, che gli impose una fedeltà assoluta al testo, mentre il regista aveva in mente un discorso cinematograficamente diverso, fatto tipo Rashmon o La Provinciale di Soldati, e quindi la storia composita da più testimonianze. Mastroianni stesso, pur essendo un attore molto stimato da Visconti, non era quello che aveva in mente, ed infatti aveva scelto Delon, fisicamente e caratterialmente più giusto, ma per diverbi ed incomprensioni saltò l’accordo e Mastroianni si propose, partecipando anche di suo alla produzione. Il film non si allontana dalle pagine scritte neanche un momento e diventa solo un documento filmato del romanzo, e non un’opera cinematografica autonoma e originale. La morte del cinema è quando si vedono sfogliare le pagine di un libro e questo è proprio il caso. Mastroianni ce la mette tutta, recitando in francese, e fa suo il personaggio imprigionandolo però nella sua caratterialità di uomo pigro e distante, più che indifferente. Il film non ebbe successo e Visconti lo abbandonò al suo destino.
una storia che ha fatto epoca, ma non al cinema
una regia che purtroppo ha dovuto rinunciare a troppe cose
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