Regia di Matthew Ryan Hoge vedi scheda film
E' più facile far passare una vita dalla cruna di un ago che lasciarla libera.
Leland come John del 'Verde miglio', a mio avviso, va visto più che altro come un salvatore. Forse nemmeno lui si rende conto, ma incarna perfettamente l'ideale dell'adolescente, un ragazzo particolarmente sensibile, che come molti della sua età vorrebbe salvare il mondo, facendosi carico del fardello degli altri per aiutarli ad andare avanti.
La lotta dell'adolescente è spesso legata all'incapacità di accettare i problemi, come 'definitivi', inalienabili. Dev'esserci sempre il modo di risolvere una situazione. Non è accettabile arrendersi, subire delle condizioni di vita impossibili.
In un certo senso non ha colpa. Lui voleva liberare un'anima rinchiusa in un corpo inadeguato, salvarla da un'ingiustizia crudele. Dargli nuovi orizzonti e possibilità.
Forse non è la via corretta, ma è giusto condannare ad un'esistenza tanto insulsa un figlio? E' più coraggioso conservarne ostinatamente le funzioni vitali o... liberarlo?
Questo è un film di grande sensibilità dove chi vuol salvare viene salvato, dove chi crede di essere perfetto e nel giusto, forse, non lo è e si arroga tutti i diritti di un giustizialismo disumano.
Un mondo comunque difficile, dove l'esistenza famigliare è spesso frammentaria e i ragazzi, ancorché non sia già peculiare di per se la loro situazione, perdono ogni punto di riferimento e possono fare affidamento solo su loro stessi. E lo fanno come possono, come sanno ed, a seconda degli esempi che vengono loro offerti, ribellandosi.
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