Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
Remake di Joe il pilota, diretto da Victor Fleming nel 1943, da sempre amatissimo da Spielberg (è trasmesso, ad esempio, in Tv in Poltergeist - Demoniache presenze), qui riadattato dallo sceneggiatore Jerry Belson spingendo senza freni e pudori il pedale della melassa e del sentimentalismo di più sterile fascinazione. La vicenda è quella di Pete (Richard Dreyfuss), pilota d'aerei per lo spegnimento degli incendi nelle foreste, che muore durante una tragica missione: giunto in cielo, decide di prendersi cura, come angelo custode, di Ted (Brad Johnson), il nuovo spasimante della sua ex-fidanzata Dorinda (Holly Hunter), nonchè suo ancora inesperto erede tra gli indomiti piloti. Girato negli gli splendidi scenari naturali catturati tra il Montana e l'Idaho (mentre per gli hangar e le piste aeree sono state sfruttate le locations dell'aeroporto municipale di Ephrata, Washington, utilizzato durante la seconda guerra mondiale per l'addestramento dei piloti), presenta tutti i difetti del cinema di Spielberg quando si specchia su se stesso e si trasforma in manierismo, sontuoso e spettacolare quanto si vuole ma vacuo ed avaro di emozioni nelle sue suggestioni da giocattolone zuccheroso e strappalacrime. Nonostante l'eterogeneo cast d'interpreti, dai due affiatati protagonisti principali ad Audrey Hepburn, alla sua ultima apparizione (e non a caso è un angelo) e a John Goodman, i migliori del gruppo, e nonostante il consueto smalto della messinscena (con uno speciale plauso alla colonna sonora di John Williams, che presenta storici hit del passato di Platters e Coasters e, tra gli altri, brani di Bonnie Raitt, Van Morrison, Jimmy Buffett e Lyle Lovett), Always - Per sempre rappresenta un fragoroso passo falso nella luminosa carriera di successi del suo autore, nonchè uno dei primi, fulgidi esempi, nella sua sterminata filmografia, di irritante autocompiacimento stilistico.
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