Regia di Peter Hedges vedi scheda film
April Burns (Kati Holmes) vive a New York insiema al suo ragazzo Bobby (Derek Luke). Per la festa del ringraziamento invita da lei la sua famiglia. L'occasione può essere propizia per riavvicinarsi con loro e in particolare con la madre (Patricia Clarkson) malata di cancro con la quale ha sempre avuto pessimi rapporti. La storia quindi si snoda su due binari paralleli: le peripezie di April, che a causa del forno che si è rotto ne passa di tutti i colori per cuocere il suo tacchino, e il viaggio in macchina dei genitori che diventa il pretesto per fare il resoconto sullo stato di salute della famiglia.
Immerso nel quartiere povero del Lower East Side, il palazzo in cui abita April sembra un ricettacolo di gente svitata oltre che un monumento al multiculturalismo degli States. E' grazie alla varia umanità del palazzo che April riesce a portare a cottura il suo tacchino e ad accogliere in un caldo abbraccio la famiglia che finalmente può scattare una foto con la presenza della figlia "sconosciuta". Non prima però di essere passati per dei bilanci freddi e distaccati dei rapporti di ognuno con April dove solo il padre (Oliver Platt) dimostra di avere una reale intenzione di ricondurla all'ovile. La forza del film sta proprio nel frapporre continuamente l'assoluta indifferenza affettiva della famiglia nei confronti di Aprl e i suoi tentativi di fare bella figura con i genitori che non vede da un pò di tempo che poi è anche un modo per alternare l'analisi semi seria sulla solidità di una famiglia media americana, col tocco leggero garantito dalle stramberie che succedono nel palazzo. Il film funziona fintantochè i due binari narrativi si mantengono a debita distanza e scade quando si incrociano in finale ostentatamente melenso, quando le più genuine battute intrise di gratuito cinismo che ogni componente della famiglia riserva ad April, cedono il passo a un languido quadretto familiare. E' comunque una commedia che si lascia guardare con piacere "Schegge di April", film d'esordio di Peter Hedges (già romanziere e sceneggiatore). Lo stile è quello classico del cinema indipendente: macchina a spalla, fotografia sgranata, buon ritmo e dialoghi incalzanti. Un cinema che anche quando produce film che non convincono del tutto, lo si apprezza per la purezza delle sue intenzioni.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta