Regia di Alex de la Iglesia vedi scheda film
Partiamo dal presupposto che un buon film non può e non deve limitarsi ad essere confezionato bene e basta. Credo serva qualcos'altro: l'anima della pellicola, tando per intenderci. Una spinta propulsiva che conduca con convinzione in una direzione specifica, non necessariamente morale, come non può essere ovviamente nel caso di Perdita Durango. E allora: tolto il fascino estetico, lo sguardo sorprendente e meditatorio di Lynch, tolti il talento cinematografico, il piacere e la smania citazionistica di Tarantino, tolto il gusto sfacciatamente divertito tamarro e pulp di Rodriguez, tolto l'anfetaminico e shockato furore di Stone, cosa rimane a De La Iglesia in termini di obbiettivo e risultato finale, e dunque personalità? Nulla, solo una discreta capacità registica, la fortuna di poter lavorare con ottimi interpreti, un direttore della fotografia che compie con indubbia professionalità il proprio lavoro e un buon commento musicale. Il resto è becera spazzatura. Coppie killer: meglio il polveroso bruciato e contaminato cinema di serie B di Kalifornia, per non parlare di un salto all'indietro nel tempo in quelle Terre Cattive, originali, dissociate, davvero sconvolgenti. Il film in questione invece è ben rappresentato dal volante a forma di catena del camion che guida Bardem, mai così cafone e ridicolo. Non un briciolo di ironia, non un guizzo realmente disturbante. Mediocre insomma.
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