Regia di Carlo Campogalliani vedi scheda film
Nel XIII secolo il coraggioso Capitan Fuoco si frappone nella faida sanguinosa che intercorre fra il violento e malvagio barone Oddo di Serra e il generoso e umano conte Gualtiero di Roccalta.
Il più classico dei prodottini dell'epoca: un cappa & spada visibilmente realizzato in fretta e furia, disponendo di un budget minimale, con un cast artistico e tecnico - per l'epoca - di secondo piano. Anche se a ben guardare, oggi come oggi, certi nomi sarebbero considerati di primissimo piano: Carlo Innocenzi (musiche), Bitto Albertini (fotografia) e, davanti alla macchina da presa, Anna Maria Ferrero, Lex Barker, Livio Lorenzon, Massimo Serato, Paul Muller, Rossana Rory, Dante Maggio e Carla Calò. Capitan Fuoco è una sorta di Robin Hood de noantri, un leggendario eroe dei tempi che furono capace di vendicare i torti dei potenti malvagi e di restituire gloria e onore agli offesi; in più c'è qui la doverosa (per il cinema nostrano di quel periodo) sottotrama sentimentale che si conclude con il consueto lieto fine: la ricompensa per il vincitore è la mano di una bella fanciulla. Carlo Campogalliani, che firma anche la (sempliciotta e doverosamente lineare) sceneggiatura insieme a Isabella Conino, Gino Mangini e Vittorio Nino Novarese, era ormai prossimo ai tre quarti di secolo (classe 1885) e ancora per nulla intenzionato a fermarsi; mestierante di discrete capacità, aveva cominciato a girare in piena epoca del muto, a metà degli anni Dieci. 2,5/10.
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