Regia di Aurelio Grimaldi vedi scheda film
Fine Settecento francese. Una madama riceve da un nobile l'incarico di impartire l'educazione sentimentale alla di lui figlia Eugenie. La donna non si lascia sfuggire l'occasione: convoca un superdotato omosessuale e lo converte immediatamente all'eterosessualità, coinvolgendo nei suoi giochetti erotici anche la ragazzina innocente.
Tratto da La filosofia nel boudoir del marchese De Sade, con una sceneggiatura dello stesso regista insieme a Michele Lo Foco, L'educazione sentimentale di Eugenie è un inconsistente film erotico talmente patinato da sembrare televisivo, anche se difficilmente un simile guazzabuglio di tette e culi finirà trasmesso in prima serata sul piccolo schermo. Tutto nella blandissima trama è finalizzato all'esposizione di corpi in accoppiamento; gli accoppiamenti sono però talmente farlocchi, simulati male, da non riuscire a generare neppure il minimo prurito onanistico indispensabile per un'opera di siffatto stampo. Nessun nome degno di nota fra gli interpreti: Sara Sartini, Antonella Salvucci, Valerio Tambone, Christian Stelluti; con questo titolo la carriera di Aurelio Grimaldi si fa sempre più incomprensibile. Già sceneggiatore/scrittore di lavori impegnati come Mery per sempre e ragazzi fuori, poi regista di opere meritevoli esteticamente e/o dall'acuto sguardo sociale (La ribelle, Rosa Funzeca), ma anche biografo controverso di Pasolini (Nerolio), autore fiabesco (Iris) e pornografo mancato (Il macellaio), Grimaldi sceglie qui di continuare a percorrere proprio quest'ultima strada, ma sfrutta il pretesto letterario di De Sade per mettere in scena un'operina davvero modesta nei contenuti e perfino più limitata nella forma (almeno Il macellaio, nella sua fattura grossolana, aveva qualche momento di godibile porcellosità: qui manco quella). A confermare la sua vena imprevedibile, il regista tornerà due anni più tardi con Anita - Una vita per Garibaldi. 2/10.
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