Regia di Aurelio Grimaldi vedi scheda film
"è la natura, piccola mia, che ha prescritto ogni cosa (...) ha creato noi maschi desiderosi di corpi nudi, e il tuo corpo, per essere posseduto e amato. Fare l'amore con varietà e abbondanza è trionfo di natura."
Una pellicola che divide le opinioni come le acque del Mar Rosso, vedo, tra chi la stronca con decisione e chi invece, non a torto, osserva che di film erotico trattasi e se i film erotici non piacciono allora non lo si guardi.
Il film parte con mezzi limitati ma ambizioni alte: ricreare il mondo e le pratiche dei libertini francesi del '700, qui coinvolti nell' "educazione" di una giovane pulzella inesperta.
La limitatezza dei mezzi è più che ben coperta dal regista, grazie a una buona fotografia, patinata e voluttuosa, un uso intrigante (e molto furbesco) delle dissolvenze in nero, splendidi costumi e un'ambientazione sfarzosa che sfrutta al meglio le bellezze offerte da Palazzo Rosso di Genova e di Villa Serra di Sant'Olcese (sempre nei pressi della Superba). D'atmosfera anche la colonna sonora di Maria Soldatini, liberamente ispirata a pezzi classici d'epoca.
Disomogenee invece le prove attoriali. Ai limiti dell'imbarazzante Cristian Stelluti nei panni del Cavaliere de Mirvel. Amatoriale, e ancor più naif di quanto la parte richieda. l'Eugénie di Sara Sartini.
Il livello si alza invece con Antonella Salvucci, qui co-protagonista nei panni della desiderosa Madame De Saint-Ange.
La sua recitazione ha un nonsochè di "televisivo" (termine con cui mi riferisco a quello stile di recitazione falsamente spontaneo), è vero, ma questo è un problema che affligge quasi tutto il cinema italiano contemporaneo (grandi nomi compresi), tanto da far rimpiangere i tempi (durati fino agli anni '80) in cui molti attori italiani venivano doppiati. Perchè videogenicità, la cosiddetta "faccia da cinema", ed espressività corporea non sempre si accompagnano a un'altrettanto valida "fonogenicità" nella stessa persona, e senza questo escamotage non avremmo avuto alcuni nomi importanti nonchè sex symbol dell'epoca come Dalila Di Lazzaro, Fabio Testi, Terence Hill e Giuliano Gemma, tanto per citarne solo alcuni, Chiusa questa parentesi, non si può negare che la Salvucci si mostri qui scioltissima e perfettamente a suo agio persino nelle scene più piccanti (e in ogni caso aveva anche "altre argomentazioni" da mettere in campo).
Convincente Valerio Tambone, che oltre ad avere un viso bello ed espressivo e un fisico prestante che ne fanno una più che piacevole presenza sul set, entra adeguatamente in sintonia con le caratteristiche del suo personaggio (il dissoluto marchese di Dolmancé) e con la sua recitazione di stampo "cinematografico" dà pure prova di buone capacità attoriali.
Nel suo genere di film erotico soft-core, dove le brutture low-cost abbondano, è da 4 pieno.
Dà il suo giusto contributo all'atmosfera molle e voluttuosa della storia.
indubbiamente bella, è scioltissima e a suo agio persino nelle scene di nudo più hard
il più "cinematografico" tra gli attori presenti sul set. Bel viso, bel fisico e un'interpretazione convincente del suo personaggio. Non mi risultano altre sue apparizioni filmiche, possibile? Peccato.
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