Regia di Nick Cassavetes vedi scheda film
Convince questa prova di Nick Cassavetes, figlio di un padre che dirigeva sempre film nervosi su drammi coniugali, nevrosi, rapporti familiare molto tesi, e mai conciliatorio. Questo film, invece, benché parli anch'esso di un amore contrastato e contenga l'elemento, caro al padre, di una donna ricoverata in casa di cura, ha un'impronta molto più classica e un assunto tutto sommato pacificatore. Inoltre è proprio un film girato in famiglia, perché il figlio d'arte Nick dirige la madre, e vedova di John, Gena Rowlands.
Devo dire che il film evita bene tutti gli scogli che un'opera del genere girata in questi anni si trova ad affrontare, come la banalità, la superficialità e l'essere finta e non sincera. Cassavetes sembra credere in quello che fa e nella storia che mette in scena, e in certi punti riesce a commuovere. Lo stile è classico e pacato, forse solo un tantino scolastico; ci regala però alcuni bei momenti di immagini naturali, ai quali ha contribuito non poco anche il direttore della fotografia.
Gli attori se la cavano tutti, a cominciare dalla brava Gena Rowlands. I personaggi hanno la giusta consistenza; stranamente uno dei più interessanti e meglio interpretati è quello della madre della ragazza, prima perfida e poi pentita.
Si può anche aggiungere che il film ha anche un messaggio positivo sul fatto che la diversa estrazione sociale non deve mai impedire un legame sentimentale, anche perché quando esso nasce in queste circostanze si può essere sicuri che sia sincero. E, allo stesso modo, che non ci si deve mai far risucchiare dai ragionamenti sull'opportunità sociale di un certo matrimonio, perché la verità ha sempre le gambe lunghe.
Cinema moderno e classico allo stesso tempo.
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