Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
Dignitoso prodotto di fs invasivo-eroica. Certo che da Spielberg ci si poteva aspettare di più, ma la tara di Cruise protagonista è impossibile da neutralizzare.
Tommaso Crociera si è progressivamente specializzato in ruoli da fantascientifico e quando vuole riposarsi fa il missionario impossibile. Il suo vero problema è che ha la faccia che ha, cioè da amico ottimista e furbetto, anche un po’ ottuso ma poi si riscatta. Fateci caso: lasciando stare l’Impossible, comincia i film in un modo (stordito) e li finisce invariabilmente in un altro (riscattoso). È una sorta di Topolino di carne, pronto a far valere i buoni sentimenti contro l’Ingiustizia, magari marziana.
Ogni volta che c’è un film con lui, cerco di dimenticarmi che sia proprio lui (un po’ come il Radcliffe post potteriano, bruciato ad vitam dal ruolo, ma peggio: Crociera fa film diversi, ma sembrano tutti uguali perché lui è immutabile) e provo a concentrarmi sulla trama. Mission impossible: il sorriso scientologico di Tommaso mi ricorda invariabilmente le sue 80 pellicole precedenti.
Stabilito quindi non trattarsi di un grande attore, e condannato a recitare sempre e solo sé stesso, vediamo come se la cava in questa Guerra dei mondi, opportuna rivisitazione del molto datatissimo (1954) originale di Haskin. Beh, dirovvi, meno peggio del solito. Come mai? Conta senz’altro il contributo spielberghiano di grandeur nella resa dei cattivi (marziani) e delle loro malefatte: soprattutto l’inizio – finché le palle gambute non si palesano per distruttori sovranazionali – produce una tensione ben studiata (il vento, i lampi, il buco nella strada…), segno che Spielberg non si è dimenticato del buon vecchio Duel, la sua opera prima che a mio avviso resta la migliore. È vero, ci sono momenti – molti – in cui non sai bene se stai su Independence Day o 2012 o qualche altro spara-e-scappa, ma poi la petulante Dakota Fanning ti ricorda che babbo Crociera non è John Cusack e che il titolo di quel che stai vedendo dev’essere un altro.
Quindi tutto abbastanza bene, compreso il siparietto contrattuale di Tim Robbins, sociopatico più pericoloso dei tentacoluti alieni. La cosa che ho capito meno è la pervicace ostinazione dell’esercito USA, che sapendo dell’invulnerabilità marziana insiste nel farsi massacrare in una prima linea che arretra sempre (ma capisco che faccia gioco alla scene di battaglia).
Non un gran film, ma certo meno ingenuo dell’originale. Si può vedere.
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