Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
Dovesse malauguratamente sopraggiungere il giorno del giudizio penso che molti vorrebbero (piuttosto che cercare invano un rifugio apparentemente sicuro) affrontare l’inevitabile stringendosi intorno ai propri cari. Se questo è vero, La guerra dei mondi è, allora, il racconto di un doppio disagio: quello, certo, della fuga disperata da spietati tripodi alieni.
Ma anche quello del fallimento, come padre, del protagonista (genitore per necessità e non per vocazione) incapace di fronteggiare la disgregazione del suo nucleo familiare anche in un momento di dramma vero (difficoltà, le sue, però comprensibilissime vista la viziata prole con cui deve fare i conti: un irritante adolescente smanioso di fargliela pagare - non si sa come - ai cattivi invasori ed una petulante bambinetta tutta strilli e piagnucolii: viene da maledire la clemenza della sorte nei loro confronti).
Dunque un film che - in quanto non interamente votato all’aspetto più ludico del genere fantascientifico (sul cui versante raggiunge comunque livelli non indifferenti; d’altronde, quando in cabina di regia c’è uno che della fantascienza ha fatto la sua ragione di vita, c’è da aspettarselo) - suscita un certo grado d’interesse, ma che, nondimeno, delude profondamente quando si tratta di tirare le somme e dare un degna conclusione a tutto l’ambaradan. Non è possibile che prevalga ancora una volta la solita morale a stelle e strisce. Ovvero (ma le battute finali del narratore M.Freeman si potrebbero leggere in modo ancora più agghiacciante) che vincono i buoni (la razza umana? No. Il popolo americano) e i cattivi crepano (gli alieni? Si, nel senso degli “Altri”: un tempo i comunisti sovietici, adesso i terroristi islamici ed un domani potenzialmente chiunque).
E che gli (ci?) serva da lezione!
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