Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
Dopo una breve parentesi che si era concesso dedicandosi alle commedie, Spielberg torna a fare quello che in fondo sa fare meglio: il grande cinema di intrattenimento. A raccontare insomma i suoi sogni (stavolta gli incubi) e i sogni di ognuno di noi, trasformandoli in immagini e spettacolo. Cinema da gustare sgranocchiando un sacco di pop-corn… In realtà per tutto il primo tempo il coinvolgimento è talmente elevato che sarà già tanto se vi ricorderete di respirare, altro che pop-corn!!! La tensione è mantenuta costantemente altissima, a partire dai primi minuti, quando i segnali dell’ imminente occupazione aliena cominciano a manifestarsi in un crescendo che spezza il fiato. Il talento immaginifico di Spielberg si mette al servizio di una storia di per se semplice (l’ invasione della Terra da parte di una specie aliena piu’ evoluta di noi) ma comunque efficace nel descrivere le paure e le ansie dell’ America di oggi (il riferimento al terrorismo internazionale è addirittura esplicito) e di ieri (quando uscì la versione radiofonica di Orson Welles era il 1938 e lo spettro del nazismo e di una guerra che sembrava inevitabile stava calando su tutto il mondo). Il risultato è un tripudio di immagini, un film rappresentato con potenza e maestria. Poi certo, ogni tanto ci si lascia andare a qualche sentimentalismo, abbastanza tipico nel cinema di Spielberg, ma stavolta non guasta, anzi aiuta a spezzare un po’ la tensione. Ancora una buona prova per Tom Cruise (al quale hanno cambiato doppiatore, nella versione italiana, cosa che all’ inizio mi ha disorientato…), ma la scena è tutta per Dakota Fanning, la nuova bimba prodigio di Hollywood, che ha piu’ film nel curriculum (tredici con questo) che anni sulle spalle (solo dodici): nel suo ruolo è davvero sorprendente. Una piccola parte per Tim Robbins ( la scena ambientata nella sua cantina, con due alieni che la esplorano e i protagonisti impegnati a nascondersi, ricorda molto da vicino la scena di “Jurassic Park” nella quale i bambini si nascondono in una cucina) e una comparsata di Miranda Otto completano il cast. Quello che forse delude di piu’ è il finale, nel quale una situazione del tutto disperata viene risolta con una spiegazione un po’ troppo semplicistica, un “Deus Ex Machina” che forse poteva andare bene per la cinematografia di fantascienza degli anni 50, ma non per il cinema esigente di oggi. Una macchiolina in un film che comunque, nel complesso, risulta pienamente soddisfacente.
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