Regia di Claude Berri vedi scheda film
Nella Francia occupata dai nazisti, visti i pericoli di deportazione, una coppia di ebrei decide di nascondere il filgio in campagna presso conoscenti. Per il piccolo si apre un nuovo mondo e una parentesi felice della sua vita, che non avrebbe più dimenticato.
E' una pellicola dai toni nostalgici e a momenti lirici, basata su una storia vera. Infatti la didascalia all'inizio dice che il protagonista prova un senso di nostalgia verso quel periodo felice della sua infanzia, oltre che di gratitudine verso quella coppia di anziani che lo ospitò. Quasi paradossale è il fatto che il tutto si svolga in un periodo buio per la Francia, durante cioè l'occupazione nazista del paese, con i connessi rastrellamenti degli ebrei. Lo stesso bambino era stato messo lì dai genitori per sfuggire agli arresti e alle deportazioni. Tutto ciò rimane fuori dalla cornice, anche se riflessi di esso - come l'antisemitismo che serpeggia tra la popolazione - si percepiscono anche in quel villaggio di campagna, tra prati e colline. Si vede infatti come gli slogan antisemiti siano penetrati nella mentalità della gente, la quale li ripete in modo acritico e a volte banale, senza cioè soffermarsi sul loro significato e implicazioni. La presenza di queste infiltrazioni della malvagità umana anche in questo quadretto campagnolo impedisce al film di prendere un tono zuccheroso e idilliaco.
La parte del leone la gioca l'attore Michel Simon, che è un perfetto nonno senza nipoti, o meglio, col nipotino adottivo. L'indole schietta e sincera del vecchio, assieme alla sua bontà senza buonismo, conquistano subito l'animo del fanciullo, il quale gli si affeziona senza esitazione e ne diviene inseparabile. Quanto al personaggio di Simon, da una parte è il nonno che tutti vorrebbero avere, dall'altra non viene indealizzato e ne vengono mostrate anche le ombre. Tuttavia rimane sostanzialmente positivo e, assieme alla moglie, rappresenta per il piccolo anche un salutare distacco dai pur amati genitori, cioè da un padre debole e una mamma iperprotettiva, che ne impedivano la maturazione.
Il film è diretto in modo fluido, attento alla narrazione, e si guarda volentieri. L'atmosfera nostalgica non dispiace affatto. Da riscoprire.
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