Regia di William Marshall vedi scheda film
La fantascienza di serie B vintage, secondo me, va vista (nel mio caso con interesse e curiosità), adottando non criteri buonisti, ma parametri valutativi volti a contestualizzare nel tempo il giudizio.
Questo film di fantascienza di serie B risulta molto datato, da ogni punto di vista.
La sceneggiatura è povera come assai semplificata la scenografia.
Sono puerili le rare scene fuori dal veicolo spaziale degli astronauti, i quali sono abbigliati pressocchè nello stesso modo di quando erano all’interno del medesimo, limitandosi solo a movimenti rallentati.
I dialoghi sono scontati e gli effetti speciali sicuramente pieni di inventiva, ma realizzati in modo artefatto e posticcio.
Il cast poi è obiettivamente di livello non eccelso: il protagonista è l’apollineo Dean Fredericks, affiancato da Coleen Gray, che ha lavorato molto di più ed è indubbiamente (bella e la più brava) e Anthony Dexter, che è è stato un attore comunque celebre.
Dunque un film da evitare? Assolutamente no, a mio avviso. Anzitutto, vi è l’idea, poi ripresa da Spazio 1999 e da altri film, della base spaziale lunare: l’idea dello spazio-porto collocato nel satellite terrestre è geniale. Così come, il pianeta fantasma che è una mutazione galattica della terrestre nave fantasma oppure l’improvvisa minimizzazione dell’astronauta terrestre una volta atterrato sul pianeta che è abitato da creature umane miniaturizzate come a Lilliput.
Quindi più che un film, un oggetto di studio.
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