Regia di Don Coscarelli vedi scheda film
Pietra angolare di una pentalogia che ha permesso di sviluppare in più modi, con molta ironia, nell'arco di quasi quarant'anni il medesimo soggetto. Metafora talvolta malinconica sulla perdita degli affetti più cari (e per estensione tentativo di indagine su e oltre la Morte) ma dotato di un alto senso del ritmo e dello spettacolo. Un vero cult.
Il piccolo Mike (Michael Baldwin) dopo la prematura scomparsa dei genitori è seguito dal fratello maggiore Jody (Bill Thornbury) e dal locale gelataio Reggie (Reggie Bannister). Nel tranquillo paese di Morningside l'unico evento che turba i residenti può essere solo la morte. Il suicidio del giovane Toby mette in moto il locale becchino, un uomo sproporzionatamente alto (Angus Scrimm) che attira le attenzioni del piccolo Mike: spiandone i movimenti in lontananza con un binocolo, il ragazzo è convinto che Tall Man (di lui nessuno conosce cenni biografici) abbia trafugato il corpo del cadavere. Mike, sempre più incuriosito, si intromette nel mausoleo per scoprire la verità.
Phantasm viene girato da Coscarelli con un bassissimo supporto economico (di circa 300 mila dollari) elargito dal padre, e addirittura con l’aiuto della madre per la realizzazione degli effetti speciali, di trucco e per i costumi, dopo che il giovanissimo (all’epoca) autore aveva finito di realizzare, nel 1976, un paio di drammi dal titolo Jim the world’s greatest e Kenny & company. Le passioni di Coscarelli sono i nuovi horror americani sulla scia di Non aprite quella porta (Tobe Hooper, 1974) e Non violentate Jennifer (Meir Zarchi, 1978) e la fantascienza. Passioni che, a suo modo, si riflettono nel primo capitolo di questo strano ciclo (che va e viene nel tempo) ad iniziare dalle insensate quanto efficaci sfere volanti, passando per i piccoli mostricciatoli (pressoché identici ai Jawas di Guerre stellari, dell’anno precedente) per concludere con quella strana dimensione parafisica (accessibile con un portale/diapason) dalla quale arriva Tall Man. Proprio l'intricata e non lineare storia, contribuisce a rendere mitico il film, con un finale sospeso tra sogno e allucinazione che si ripeterà anche nei seguiti con massima espressione in Phantasm 5: Ravager.
Coscarelli cura sceneggiatura, fotografia, montaggio (scene scartate torneranno nei seguiti sulla lunga distanza temporale) e naturalmente la regia. A Dispetto del titolo però non ci sono ectoplasmi, entità spiritiche o demoni. Al contrario, fanno la loro comparsa nanerottoli mostruosi, frutto dei misteriosi trattamenti che Tall Man tiene sui corpi dei cadaveri, prodotti in montaggio da catena per essere spediti tramite il portale dimensionale "altrove". Quanti, come e perché non lo scopriremo mai nonostante i quattro sequel, e resta il dubbio che nemmeno Coscarelli sotto sotto lo sappia. Perché alla fine le intenzioni del regista sembrerebbero altre: mettere in scena un'allegoria, una metafora sulla perdita (di affetti, amore e familiari) e un trattato sulla solitudine (anche nei seguiti Reggie e Mike si troveranno quasi sempre da soli).
Ma Coscarelli sembra ossessionato anche dalla costante e inarrestabile corsa del tempo che fugge, implacabile, come ci ricorda il negozio di antiquariato con le vecchie foto color seppia, tra le quali quella con Tall Man (in movimento) che poi scopriremo nel quarto capitolo essere Jebediah Morningside, l'enigmatico ricercatore del passato che ha lo stesso cognome del paese. Sotto questa ottica assume altro significato anche il titolo, finendo per calzare a pennello soprattutto dopo quarant'anni di distanza. E il primo fantasma della lista è proprio il singolare Angus Scrimm (all'anagrafe Lawrence Rory Guy) deceduto nel gennaio del 2016 a novant'anni. A lui va riconosciuto il massimo merito perché senza la sua inquieta ed indecifrabile interpretazione, supportata dall'incantevole e fondamentale soundrack di Fred Myrow e Malcolm Seagrave, non saremmo oggi qui a parlare di Phantasm, né tanto meno sarebbe proseguito l'Universo macabro (e che ho personalmente sempre trovato un bel po' malinconico) di Tall Man.
La bellissima soundtrack (Fred Myrow e Malcolm Seagrave)
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