Regia di Jaromil Jires vedi scheda film
Pur essendo un film basato in un certo modo sulla fantasia, è lontano da quelli del tipo che piacciono tanto a me, cioè il tipo fiabesco-umoristico di registi cechi come Vaclav Vorlicek e Ota Hofman. Qui siamo sì nel mondo dei sogni o delle allucinazioni, ma è un universo ostile, insidioso, che vira spesso nel demoniaco. Inoltre io vi ho visto riferimenti politici ed ideologici abbastanza evidenti, benché in filigrana, che non dovettero dispiacere al regime comunista cecoslovacco.
Accanto alla ragazzina, o forse più di lei, i protagonisti di questo strano percorso sembrano essere dei religiosi o sacerdoti, i quali indossano misteriose ed macabre tonache nere. Alcuni di essi sono dei vampiri che succhiano sangue e uccidono, altri dei libidinosi e dei violentatori. La stessa ragazzina è figlia di un vescovo e di una suora, e viene a sua volta insidiata da un prete lussurioso, e proprio repellente come modo di fare. Compare anche il tema dell'incesto, desiderato o commesso. Un altro tema quasi sempre presente è infatti il sesso, visto però come violenza, morte, libidine pura, o persino come lesbo-incestuoso. Insomma, c'è nel film una continua sensazione di marcio e di perverso. Questa visione poi dei religiosi ricorda abbastanza i film sovietici degli anni '20.
Inoltre, tramite l'ambientazione in un indefinito passato viene portato avanti un discorso neppure troppo velato. E' come se si dicesse: guardate come si stava male prima della rivoluzione, come il mondo era ingiusto e improponibile. I matrimoni erano penosamente male assortiti, e la stessa nonna che fa da madre adottiva alla ragazza è di un pallore cadaverico, ed esercita su di lei un'autorità eccessivamente gerarchica e dispotica. In generale si vuole far passare il messaggio che per fortuna adesso tutto questo non c'è più.
In questo mondo soggiogato da preti-vampiri e preti libidinosi, e popolato da strani e inquietanti individui si muove la tredicenne Valerie, dal modo di fare innocente ma in realtà non troppo.
Come unico pregio, dal punto di vista formale il film è molto curato e forse ben fatto, e può anche contare su belle musiche. Ma il marcio che c'è nel contenuto è davvero eccessivo, e la pellicola in definitiva mi è riuscita disturbante e persino sgradevole.
Se nell'Europa Occidentale la nouvelle vague fu libertaria e di contestazione politica e sociale, in Cecoslovacchia finì per essere - in casi come questo - una celebrazione dello status quo, e una comoda stampella per il regime comunista. Proprio poco dopo la repressione della primavera di Praga.
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