Regia di Vittorio Salerno vedi scheda film
Sorta di "Arancia meccanica" in salsa tricolore, "Fango bollente" non lo si può certo considerare un film memorabile, ma più che altro un tentativo di raccontare in modo paradossale il clima di violenza degli anni '70. Tuttavia, pur con una certa capacità di mantenere alta la suspance in un film che rimane pur sempre un poliziesco, la pellicola paga proprio l'eccesso, la gratuità e, per certi versi, la faciloneria con cui i delitti di tre giovani annoiati dalla vita si succedono con rapida e quasi inesorabile continuità. Manca così quel guizzo che renda il tutto meno banale e folkloristico, quasi una ballata di omicidi più vicina al gotico padano del primo Avati che alle vette di sadismo di Kubrick. Bravo comunque Enrico Maria Salerno nella parte di un commissario ostinato e testardo, pronto a tutto pur di mettere la parola fine ad una continua scia di sangue. Curioso ruolo di Enzo Garinei nella parte del datore di lavoro di uno dei novelli Ludwig dall'omicidio facile.
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