Regia di Vittorio Salerno vedi scheda film
Tre uomini ancora giovani, stanchi della routine famigliare e lavorativa, cominciano a commettere dei terribili crimini, senza badare alle conseguenze, pensando solo a sfogare la propria brutalità.
Il film di Vittorio Salerno - sul tema assai battuto dell'alienazione metropolitana e sul disagio nefasto che essa comporta - oscilla tra realismo stretto e rappresentazione surreale, per regalarci alla fine un prodotto ibrido, ovvero né carne né pesce. Troppo smaccati i riferimenti all'arancia meccanica di Kubrick, soprattutto nel delineare i tre protagonisti principali, malvagi ma vagamente patetici nello scimmiottare i fratelloni assai più conosciuti. Tuttavia, qualche interesse documentaristico il film può anche destarlo, se non altro come mattoncino di un filone che, con risultati artistici spesso più incisivi, continua tutt'oggi a stimolare i registi più diversi (pensiamo al Funny Games di Haneke), non ancora stanchi di rappresentare - e indagare - la malvagità giovanile fine a se stessa. Per i tempi, oltretutto, la pellicola poteva considerarsi audace, tanto da esserne consentita la visione solo ad un pubblico maggiorenne.
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