Regia di Vittorio Salerno vedi scheda film
Lo si può chiamare poliziottesco, ma sicuramente Fango bollente è, da questo punto di vista, anomalo. Il centro focale non è infatti l'azione, ma le motivazioni che stanno dietro alle imprese delittuose dei tre criminali occasionali, mascherati da normalissimi impiegati torinesi.
Non ci sono di mezzo soldi, in questo film nero in cui assai di più, alla base dei crimini, sempre più efferati, stanno ragioni di rivalsa rispetto all'alienazione di una vita che di per sé sarebbe al tempo stesso monotona e frenetica.
Gli uomini sono ormai come quelle cavie da laboratorio, vittime di esperimenti crudeli che le mettono in situazioni senza via d'uscita, tali da farle impazzire.
Visto che comunque in un poliziottesco siamo, ci vuole anche il poliziotto, un disilluso Enrico Maria Salerno, nei panni di un personaggio a metà tra Ironside e l'ispettore Callaghan, il quale dipana la matassa. Resta da capire se criminali come quelli descritti da Fango bollente siano cellule impazzite o degli inevitabili prodotti di una società come la nostra.
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