Regia di Vittorio Salerno vedi scheda film
Tre comuni impiegati, dalle esistenze moderatamente grige, si ritengono sufficientemente esasperati dalla violenza dei tempi moderni e decidono di riversarla sul prossimo in appositi raid notturni. Solo un furbo poliziotto riesce a stare alle calcagna dell'insospettabile trio.
Spinto e aiutato dal fratello più celebre - Enrico Maria, che qui compare fra i protagonisti - Vittorio Salerno si dedicò alla sceneggiatura e alla regia fra la metà dei Sessanta e i primi anni Ottanta, ottenendo però risultati mediocri e infine abbandonando ogni velleità cinematografica. Fra le sue quattro direzioni, forse la migliore è proprio questo Fango bollente, un crudo spaccato della società italiana degli anni di piombo scritto dal regista insieme a Ernesto Gastaldi. Opera espressamente di denuncia, la pellicola assesta i suoi colpi migliori nelle provocazioni satiriche più esplicite (il finale ne è un esempio lampante), mentre lascia a desiderare quando, di tanto in tanto, si abbandona a un certo didascalismo che cozza gravemente con l'impianto di base del lavoro. Oltre al citato Enrico Maria Salerno, sempre bravo e per l'ennesima volta impegnato in un ruolo da 'sbirro', nel cast compaiono Joe Dallessandro, Enzo Garinei, Martine Brochard, Sal Borghese e volti meno noti ma funzionanti. Nel 1975 erano all'ordine del giorno, sui grandi schermi nazionali, le epopee dei commissari senza scrupoli e degli ispettori al di sopra della legge, impegnati nello stroncare veri e propri imperi malavitosi metropolitani; questo Fango bollente - al di là dei limiti registici (l'azione è tanta e non sempre convincente) e dei sopra citati dubbi di scrittura - ha una sua dignità, anche a livello di budget, in mezzo a tale filone; la vera perla assoluta rimane comunque la strepitosa colonna sonora progrock di Franco Campanino. 4,5/10.
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