Ovidio Mainardi è, all'apparenza, un impiegato tranquillo, addetto ai calcolatori elettronici in una grande azienda. La monotonia del lavoro, la solitudine esistenziale di un matrimonio mal combinato, ove per la moglie, più del marito, conta la carriera, spinge Ovidio, con altri due soci, a sfogarsi in atti di vandalismo e di crudele cinismo, che si manifesta in una serie di delitti, vere esplosioni di crudo sadismo. Sarà un anziano commissario di polizia a riposo, "Santagà", a intuire che i delitti non hanno moventi politici, ma "ecologici".
Un parente di Giulio Sacchi (Milano odia: la polizia non può sparare) agisce a Torino: ma non è l'egoismo, tantomeno il denaro, il suo obiettivo. Piuttosto il traguardo sembra essere il caos, l'infrazione delle regole per il gusto di violare le norme. Il male, fine a se stesso, sembra qui evocato (anche) da una società che talvolta produce mostri.
Arancia meccanica de noiantri...Spaccato sul disagio sociale di tre giovani alienati non dalla catena di montaggio ma dagli esordi degli elaboratori elettronici nel mondo del lavorom,nel periodo in cui si affacciava il terrorismo politicizzato.Un anacronismo che lascia fuori le droghe che avrebbero potuto influenzare simili comportamenti .
Giovani senza ideali se non la violenza gratuita e un commissario di polizia che si riscatta dopo i disguidi con i suoi superiori alquanto inadatti al loro lavoro.Discreto con un bel finale e una citta' come Torino,sempre cinamatografica.
Un Arancia Meccanica made in Italy competente nel limite di un film di genere, niente per cui valga la pena costruirci teoremi di sociologia spicciola.
Esperto di calcolatori elettronici, Mainardi (Joe Dallesandro) lavora all'interno di un enorme fabbrica, assillato dalla presenza di un direttore cinico e schiavista. Anche in famiglia la situazione non è di certo idilliaca: vive con una moglie spocchiosa e sempre assente, che non disdegna di concedersi al primario dell'Ospedale dove lavora pur di fare carriera. Il… leggi tutto
Cultissimo, un film dimenticato ma da riscoprire. Spietato, attualissimo nei temi si muove su binari di una violenza che ad un primo impatto può sembrare gratuita ma che nel suo grembo porta il male, che si materializza giorno per giorno, nella noia di una grande città che nei suoi rumori, nelle sue nevrosi, nei suoi giorni sempre uguali porta frustrazione. Il male non si annida solo nelle… leggi tutto
Tre comuni impiegati, dalle esistenze moderatamente grige, si ritengono sufficientemente esasperati dalla violenza dei tempi moderni e decidono di riversarla sul prossimo in appositi raid notturni. Solo un furbo poliziotto riesce a stare alle calcagna dell'insospettabile trio. Spinto e aiutato dal fratello più celebre - Enrico Maria, che qui compare fra i protagonisti - Vittorio Salerno… leggi tutto
Un tranquillo impiegato con un matrimonio triste e una vita scialba si sfoga con altri colleghi attraverso atti di teppismo, cinismo e sadismo.
Secondo poliziesco diretto da Vittorio Salerno; per quanto grottescamente improbabile in certe sue dinamiche, risulta nettamente superiore al precedente "No, il caso è felicemente risolto" sia a livello di sceneggiatura che di movente…
Film (e in alcuni casi serie televisive) ambientati in grandi città e con un attenzione particolare verso l'ambientazione metropolitana-urbana a livello registico e fotografico.
Questa lista (in continuo…
Domanda: La legge di Lidia Poët si apre con una scena di sesso abbastanza forte, un cunnilingus. Risposta: Me la ricordo, ci abbiamo messo nove ore a girarla… (Ma sono molto serena con la mia…
Sorta di "Arancia meccanica" in salsa tricolore, "Fango bollente" non lo si può certo considerare un film memorabile, ma più che altro un tentativo di raccontare in modo paradossale il clima di violenza degli anni '70. Tuttavia, pur con una certa capacità di mantenere alta la suspance in un film che rimane pur sempre un poliziesco, la pellicola paga proprio l'eccesso, la…
Esperto di calcolatori elettronici, Mainardi (Joe Dallesandro) lavora all'interno di un enorme fabbrica, assillato dalla presenza di un direttore cinico e schiavista. Anche in famiglia la situazione non è di certo idilliaca: vive con una moglie spocchiosa e sempre assente, che non disdegna di concedersi al primario dell'Ospedale dove lavora pur di fare carriera. Il…
Tre uomini ancora giovani, stanchi della routine famigliare e lavorativa, cominciano a commettere dei terribili crimini, senza badare alle conseguenze, pensando solo a sfogare la propria brutalità.
Il film di Vittorio Salerno - sul tema assai battuto dell'alienazione metropolitana e sul disagio nefasto che essa comporta - oscilla tra realismo stretto e rappresentazione surreale,…
"Questa società produce di tutto...Non potrebbe generare anche dei mostri?"
Il cinema di genere italiano negli anni '70, grazie al contributo di autori come Fernando Di Leo, Umberto Lenzi, Bruno Corbucci, Aldo Lado, Damiano Damiani, sforna una serie di generi e sottogeneri che con il tempo (sempre galantuomo, per fortuna) diventeranno anche loro delle opere con una loro…
Lo si può chiamare poliziottesco, ma sicuramente Fango bollente è, da questo punto di vista, anomalo. Il centro focale non è infatti l'azione, ma le motivazioni che stanno dietro alle imprese delittuose dei tre criminali occasionali, mascherati da normalissimi impiegati torinesi.
Non ci sono di mezzo soldi, in questo film nero in cui assai di più, alla base dei…
Tre comuni impiegati, dalle esistenze moderatamente grige, si ritengono sufficientemente esasperati dalla violenza dei tempi moderni e decidono di riversarla sul prossimo in appositi raid notturni. Solo un furbo poliziotto riesce a stare alle calcagna dell'insospettabile trio. Spinto e aiutato dal fratello più celebre - Enrico Maria, che qui compare fra i protagonisti - Vittorio Salerno…
Cultissimo, un film dimenticato ma da riscoprire. Spietato, attualissimo nei temi si muove su binari di una violenza che ad un primo impatto può sembrare gratuita ma che nel suo grembo porta il male, che si materializza giorno per giorno, nella noia di una grande città che nei suoi rumori, nelle sue nevrosi, nei suoi giorni sempre uguali porta frustrazione. Il male non si annida solo nelle…
Questo film si distacca notevolmente dal genere poliziottesco al quale siamo abituati. Convinto, anche dalla presenza di Enrico Maria Salerno di trovarmi davanti au film del genere sono rimasto piacevolmente sorpreso. Ci troviamo piuttosto nel sottogenere dei ragazzi ricchi annoiati, solo che qui i tre protagonisti annoiati non sono i poveri criminali di lenzi, e nenahce i ricchi de LA BRAVATA.…
Una sorta di ARANCIA MECCANICA in salsa torinese. Il capoluogo piemontese, con tutte le sue problematiche relative a integrazione, immigrazione e lavoro, è la cornice ideale per questa interessante e ancora attuale riflessione sulla violenza dilagante nella società industriale, considerata il frutto di un malessere che ha le sue radici nello stress e nella insoddisfazione che…
Che sorpresa! pensavo fosse un pretesto per far vedere un'altro film violento,invece il film anche se violento è ispirato a fatti di cronaca veramente accaduti,inoltre Il film è un'inquietante analisi sulla compressione umana e psicologica che serpeggia e sui mali oscuri delle società avanzate.voto 6,5
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Commenti (5) vedi tutti
Un capolavoro citato troppo poco
commento di frankdeniroUn parente di Giulio Sacchi (Milano odia: la polizia non può sparare) agisce a Torino: ma non è l'egoismo, tantomeno il denaro, il suo obiettivo. Piuttosto il traguardo sembra essere il caos, l'infrazione delle regole per il gusto di violare le norme. Il male, fine a se stesso, sembra qui evocato (anche) da una società che talvolta produce mostri.
leggi la recensione completa di undyingArancia meccanica de noiantri...Spaccato sul disagio sociale di tre giovani alienati non dalla catena di montaggio ma dagli esordi degli elaboratori elettronici nel mondo del lavorom,nel periodo in cui si affacciava il terrorismo politicizzato.Un anacronismo che lascia fuori le droghe che avrebbero potuto influenzare simili comportamenti .
commento di stany11Giovani senza ideali se non la violenza gratuita e un commissario di polizia che si riscatta dopo i disguidi con i suoi superiori alquanto inadatti al loro lavoro.Discreto con un bel finale e una citta' come Torino,sempre cinamatografica.
commento di ezioUn Arancia Meccanica made in Italy competente nel limite di un film di genere, niente per cui valga la pena costruirci teoremi di sociologia spicciola.
commento di movieman