Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Uno dei film più amati dagli amanti di Hitch e quasi mai accostato ai suoi lavori più noti mentre per me è uno dei suoi capolavori sostenuto da un presupposto geniale e una trama che gira alla perfezione come un orologio svizzero.
L'overture come detto è forse la più intrigante mai proposta da Hitch: su di un treno che sferraglia ci introduce i due protagonosti, due perfetti sconosciuti come ci suggerisce il titolo originale che hanno i volti saggiamente scelti dal maestro rispettivamente di Farley Granger, attore emergente come il tennista che interpreta, e Robert Walker cioè una faccia nuova che incarna un figlio di papà psicopatico e sessualmente deviato.
Cosa hanno da spartire queste due persone che non hanno niente in comune?
Un essere umano tra i piedi, uno da eliminare: Guy Hines come detto è un tennista affermato ma ha una moglie detestabile e sciatta che gli impedisce di sposare la bella e ricca Ann Morton interpretata da Ruth Roman che è una delle poche more nella lista delle attrici scritturate da Hitch, Bruno dal canto suo è un incapace spendaccione che si godrebbe alla grande l'eredità dell'odiato padre che lo disprezza perchè consapevole della sua infantile inaffidabilità che sta piano piano deviando verso la pazzia.
Proprio i piani più folli però sono quelli che risolvono i problemi e Bruno propone uno scambio di omicidi: come potrà la polizia risalire a loro se non si sono mai incontrati, se sono due perfetti sconosciuti.
Guy scosso e seccato rifiuta ma è come se avesse incontrato il lato oscuro di se stesso, quella pulsione si è materializzata in una opportunità concreta di eliminare quella moglie occhialuta e volgare che gli impedisce di salire al piano superiore dei ceti sociali e realizzare quel sogno d'amore soffocato da un anello al dito pesantissimo e difficile da levare.
Bruno è invece attratto dalla pulsione in se, certo sbarazzarsi del padre gli aprirebbe le casse di famiglia ma è anche il richiamo della violenza mista ad una sessualità deviata a portarlo ad uccidere la moglie di Guy al parco giochi in una scena di inquietante precisione che innesca definitivamente la suspense.
Ora Guy è costretto a stare al gioco imposto da Bruno anche perchè per quella notte non ha un alibi cristallino ed oltre tutto Bruno gli ha anche sottratto un accendino che potrebbe inguaiarlo definitivamente tanto che il promettente tennista riveste ora il ruolo preferito del maestro: quello dell'innocente che ha tutto e tutti contro.
Il meccanismo è avviato e Hitch può sviluppare uno dei suoi film più in anticipo per ritmo e composizione dei frames: a sequenza del party in cui Bruno simula uno strangolamento su una attempata signora fino a cingerle il collo sul serio per poi cadere in una specie di trance è filmata da Hitch come un gioco di specchi e proprio sua figlia Patricia interpreta Barbara Morton che paffuta e occhialuta incrocia lo sguardo di Bruno fino a smascherarlo, rivelando anche una somoglianza significativa con la defunta signora Hines che sembra scatenare la sua frenesia, tema riassaggiato da Hitch molti anni dopo.
Il finale è uno dei più famosi e incalzanti del maestro con l'accendino McGuffin che passa rocambolescamente da un tombino alle tasche di Bruno mentre Guy è costretto a giocare la sua miglior partita per impedirgli di incastrarlo in un climax su una giostra impazzita che solo Hitch poteva realizzare in maniera così credibile e eccitante tanto che alla fine della fiera si tira un sospiro di sollievo sincero per i personaggi coinvolti, tranne che per Bruno che incarna il male e male finisce ma non si può dire che per Guy l'incontro sia stato infausto perchè se sua moglie non la avesse uccisa Bruno forse lui lo avrebbe fatto prima o dopo, mentre nonostante il batticuore può ora godersi la bella Ann Morton.
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