Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Bruno Anthony (Robert Walker), un perdigiorno benestante, sul treno della tratta Washington-New York, incontra e riconosce Guy Haines (Farley Granger), un tennista in ascesa e gli propone il delitto perfetto: Bruno ucciderà Miriam (Laura Elliot), la moglie di Guy, dalla quale si sta separando e lui, in cambio, eliminerà il padre di Bruno (Jonathan Hale), che lui odia. Guy rimane di stucco e scende a Metcalf, dove si incontra e discute con Miriam. Nel frattempo Bruno passa all'azione e...
'L'altro uomo - Delitto per delitto', ma l'originale 'Strangers on a Train' è più appropriato, è basato sul primo romanzo di Patricia Highsmith e rappresenta uno dei vertici hitchcockiani sui temi del delitto, del doppio e del cattivo dai modi eleganti, è costruito su un preciso meccanismo ad orologeria, è ricco di suspence e di momenti topici di tensione e possiede un ritmo che, specie nella seconda parte, non concede pause ma rimane comunque sempre ammantato di quella sardonica e sotterranea ironia che caratterizza tutto il film e che si trascina fino al beffardo finale.
Il tema del doppio è sviscerato fino all'inverosimile: nell'incipit - introdotto dalla voce fuori campo - vediamo inquadrate due coppie di piedi che camminano uno verso destra e uno verso sinistra e quindi in linea immaginaria destinati ad incontrarsi, come in realtà, poi accade, poi due rotaie, Guy sta andando a giocare una partita di doppio, due sono i delitti da compiere, Miriam al Luna Park è in compagnia di due uomini, le sequenze al Luna Park sono due, Barbara (Patricia Hitchcock), sorella della nuova amante (Ruth Roman) di Guy sembra il doppio di Miriam, i poliziotti che seguono Guy lavorano in coppia e così via, due sono gli strangolamenti, uno riuscito e uno no.
Il cattivo dai modi eleganti - dopo aver commesso l'omicidio Bruno aiuta un cieco ad attraversare la strada - e affetto da disturbi psichici è interpretato con grande efficacia da Robert Walker, la cui prova, purtroppo l'ultima da lui conclusa integralmente nella sua breve carriera, addirittura arricchita grazie alla suadente e calda voce di Nando Gazzolo, per me tra i più grandi doppiatori del nostro cinema (detto da chi non è un fautore del doppiaggio ma qui il suo lavoro è davvero egregio!), surclassa il pur bravo Farley Granger, in un ruolo di 'buono' ma anch'egli con i suoi scheletri nell'armadio.
Infine il crimine, un pezzo di bravura e maestria unica, filmato come un incubo ad occhi aperti, con la donna che in primo piano riempie l'inquadratura, la sua faccia illuminata dall'accendino e poi Bruno che entra prepotentemente in campo e la prende per il collo, gli occhiali le cadono e lo spettatore vede l'omicidio riflesso dalle lenti che deformano, provocando un effetto straniante, le figure di vittima e carnefice.
Il film si avvale poi del contributo di nomi di prestigio come Robert Burks in qualità di direttore della fotografia (b/n), che qui inaugura una lunga collaborazione - 12 film in tutto, ininterrottamente fino a 'Marnie', con la sola eccezione di 'Psyco' - con il regista e di Dimitri Tiomkin per la colonna sonora mentre, al contrario, la sceneggiatura di Raymond Chandler non trovò i favori dell'autore e venne in pratica riscritta da Czenzi Ormonde, anche se nei crediti compaiono entrambi i nomi.
Appena un gradino sotto i grandi capolavori del maestro.
Voto: 8,5.
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