Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Un’idea semplice ma geniale per compiere il delitto perfetto: due sconosciuti si incontrano per caso (Strangers on a train, è il titolo originale del film nonché quello del romanzo di Patricia Highsmith, peraltro ampiamente rimaneggiato) e si confidano la profonda avversione che nutrono per un parente (una moglie che non vuole concedere il divorzio, un genitore ricco che non si decide a morire); perché allora non accordarsi in modo che ognuno dei due uccida la persona odiata dall’altro? nessuno potrà mai risalire a loro, in quanto privi di movente, e i due omicidi resteranno insoluti. La cosa paradossale è che il patto scellerato funzionerebbe alla perfezione se entrambi i contraenti fossero psicopatici: qui invece lo è soltanto uno, mentre l’altro è quasi normale. Ma tutto si gioca su quel “quasi”: Farley Granger è un presunto innocente che viene messo di fronte alla propria cattiva coscienza; non oserebbe uccidere, ma gli torna comodo che qualcuno faccia il lavoro sporco al posto suo (anche perché, da quel poco che si vede, la vittima designata meritava di morire); perciò è il più inquietante dei due, quello con cui ci si può identificare. Un personaggio che si direbbe molto langhiano.
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