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La città perduta

Regia di Marc Caro, Jean-Pierre Jeunet vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La città perduta

di axe
6 stelle

Krank, una creatura deforme creata da un folle e geniale scienziato, invecchia prematuramente, poichè non ha la facoltà di sognare. Sceglie di curarsi facendo rapire bambini da una città nei pressi, i quali vengono condotti in una sinistra piattaforma marina, ove abita insieme ai cloni dello scienziato ed alla nana Bismuth, anch'essa frutto delle attività dello studioso. Sulla piattaforma, Krank tenta di appropriarsi dei sogni dei bambini, senza ottenere nulla poichè essi, terrorizzati, concepiscono solo incubi. L'unico che gli dà soddisfazione è Denree, un bimbo che sembra pensare solo a nutrirsi. Ma sulle sue tracce ci sono il fratello One, un ragazzone che vive dando dimostrazioni di forza nelle fiere e la giovanissima Miette, decisa a risolvere il mistero dei bambini scomparsi. "La Città Perduta" è una favola nera ambientata in un microcosmo fantastico e surreale, composto da una città portuale, l'ambiente marino antistante e la dimora-laboratorio di Krank. Una breve introduzione facilita l'ingresso dello spettatore in un ambiente surreale e visionario, rappresentato con tonalità di colore cupe, nel quale frammenti di realtà del XIX e XX secolo si fondono con dettagli assolutamente fantastici. La ricerca di One e Miette procede nonostante le molte difficoltà; ad essa si oppongono sia le gemelle siamesi Octopus, a capo di una banda di ragazzini-ladri, sia i Ciclopi, componenti della setta che rapisce i bambini in cambio di potenziamenti al loro occhio elettromeccanico. Grazie all'aiuto, fra l'altro di un palombaro che recupera oggetti dal fondo marino, e si rivela essere lo scienziato che ha dato origine a Krank ed ai cloni, One e Miette raggiungono la piattaforma, mettendo in salvo i bambini. Fantastiche le ambientazioni, fin troppo reali sentimenti e dinamiche raccontati. Ognuno dei molti personaggi presenti ne esprime, quasi con prepotenza. Krank, la nana, i cloni sono dei cattivi loro malgrado; essi sono stati infatti generati per essere tali; frutto dell'ambizione di un insoddisfatto uomo di scienza, che ha utilizzato il proprio ingegno per colmare un vuoto esistenziale. I Ciclopi agiscono influenzati dalla loro fede, che promette loro una fumosa liberazione dalle "apparenze"; per questo dedicano i loro sforzi al potenziamento dell'occhio artificiale che montano sul volto, il quale sembra permettere di "vedere oltre". Ben più materiali, le motivazioni delle crudeli Octopus: avidità e sete di potere. I buoni esprimono voglia di vivere, di condividere affetto ... e, per il caso di Denree, semplice soddisfazione d'istinto ! Evocative e fantasiose le ambientazioni, tra le quali ho molto apprezzato la città portuale, rappresentata esclusivamente nei suoi scorci, tramite intrichi di vicoli, passaggi improbabili, scale "impossibili". Ottimi anche i costumi; l'atmosfera del film richiama, esclusivamente per caratteristiche esteriori, l'ambientazione del videogioco "Bioshock". Buone interpretazioni per Ron Perlman - l'ingenuo e generoso One, di fatto un bambino nel corpo di un adulto - e Judith Vittet - Miette, una ragazzina maturata anzitempo. Di rilievo la presenza di Dominique Pinon nel ruolo dello scienziato e dei suoi cloni. Complici la difficile "accessibilità" al racconto - nonostante l'introduzione - l'intrico della trama e il gran numero di personaggi, il film è di difficile comprensione. Va seguito con molta attenzione, finchè, come le tessere di un puzzle, ogni elemento prende il suo posto. La visione non è, pertanto, rilassante. Un buon film fantastico, ma, certamente, non per bambini o spettatori "casuali".

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