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Prigione

Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Prigione

di ethan
7 stelle

In uno studio dove si sta girando un film, a Martin (Hasse Ekman), un regista, si avvicina un suo ex professore di matematica, che gli dice di avere un'idea per un film avente come soggetto l'inferno sulla Terra. Martin ne parla poi allo sceneggiatore-giornalista Thomas (Birger Malmsten), che ha, a sua volta, un'altra idea: un lungometraggio su una prostituta, Birgitta (Doris Svedlund), da lui conosciuta per un'inchiesta, e tutte le sue sventure a lei capitate. A questo punto i due piani di lettura - film e film nel film - si intersecano e non si distingue più elemento filmico da quello meta-filmico.

'La prigione', sesto film di Bergman in soli quattro anni, è un lavoro che soffre di problemi in fase di sceneggiatura, un po' disarticolata in certi frangenti, e nella delineazione, piuttosto schematica, di certi personaggi, specialmente secondari ma, al contempo, vibrante per la lucidità nell'esporre quei temi che saranno il cardine della sua poetica ed ispirato nella ricerca formale e nelle soluzioni visive adottate.

'Fängelse' è un film ricco di trovate, come ad esempio i titoli di testa letti dalla voce fuori campo, mentre si assiste ad un vertiginoso carrello in avanti, di scene memorabili - il sogno-incubo di Birgitta, impregnato di riferimenti e di segnali di morte, e soprattutto, più avanti nel film, il suo suicidio, che Bergman, con grande eleganza formale, tesse in un'elaborata e lunga sequenza, prima suggerendo l'intento della ragazza, grazie ad un eloquente primo piano dove si nota il suo sguardo smarrito, e dopo seguendola nel suo cammino verso il nulla con un gioco di luci, ombre e illuminazione naturali, abbinati alla pressoché totale assenza di dialoghi, dimostrativi di un talento in formazione ma già notevole.

Come detto prima, i personaggi sono ancora un tantino 'grezzi' e mancano di talune sfumature che vedremo nei lavori più maturi, ma la sfortunata storia - sempre immersa in un'atmosfera sospesa tra apparenza e realtà (filmiche) - di Birgitta è palpitante tutt'oggi, a così tanto tempo dall'uscita del film, facendo di lei una delle prime (anti)eroine bergmaniane.

Voto: 7+ (v.o.s.).

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