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Le notti erotiche dei morti viventi

Regia di Joe D'Amato (Aristide Massaccesi) vedi scheda film

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La recensione su Le notti erotiche dei morti viventi

di undying
7 stelle

Inarrivabile mix di avventura, erotismo ed horror. Una pietra miliare del cinema bis italiano!

 

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Interessi economici finalizzati alla realizzazione di un complesso turistico su un'isola caraibica, da parte di un architetto, conducono un gruppo di persone in una sperduta regione delle Antille, popolata da indigeni legati ad antiche credenze e praticanti rituali Voodoo. La presenza evanescente di una presunta “Divinità” (Laura Gemser), assieme all'improvvisa apparizione di alcuni cadaveri apparentemente ritornati in vita, metterà a dura prova il gruppo. Quel luogo sarà infatti destinato a tutt’altro che divenire posto di attrazione turistica, come nelle intenzioni iniziali dei malcapitati speculatori.

 
 

Strepitosa incursione di Massaccesi nei territori dell’horror/erotico, sulla falsariga dei celebri fumetti allora in voga (OltretombaTerror). Il film, con titolo di lavorazione La regina degli zombi, venne poi rielaborato e insertato in versione hardcore (anche se non è dato sapere quanto, della versione più esplicita sul lato sessuale, fosse già scritto in sceneggiatura da Luigi Montefiori, all’epoca braccio destro di Massaccesi) circolando con diversi titoli, atti a metterne in evidenza la componente sessuale. Il valore dell’opera, snaturato da un titolo “fuorviante” qual è Le notti erotiche dei morti-viventi (titolo più celebre tra i vari altri affibbiati dalla produzione), è dato in primo luogo da un plot molto simile a quello del più noto Zombi 2, nonché da buone trovate di regia e da un finale tipicamente horror. Sicuramente, come del resto buona parte delle produzioni firmate da Joe D’Amato in questo periodo, si tratta di un oggetto difficilmente classificabile (e non solo per il fatto che circola in doppia versione, cioè a dire più o meno hard): sia perché se analizzato sul versante dei contenuti espliciti (una fellatio, un accoppiamento e varie scene di masturbazione femminile), rappresenta un esempio di porno pionieristico (e d’altro canto sarà proprio D’Amato a “fregiarsi” del primato, dirigendo quello che è destinato a passare alla storia del cinema come il primo film a luce rossa tricolore - realizzato quasi con il medesimo cast -, cioè Sesso nero) e tutt’altro che sterile e fine a sé stesso; sia perché sul versante dei contenuti horror non lesina in sequenze splatter e gore. Siamo di fronte a un ottimo esempio di cinema sexploitation, concepito e realizzato da un cineasta che coniuga con buon gusto e calibrata miscela di generi, momenti di tensione ad altri di erotismo inserendo sia da un lato, che dall’altro, scene eccessive ma sempre finalizzate ad amplificare il climax stravagante del film. Ottimi gli effetti speciali, almeno quanto minimalista, ma efficace, la colonna sonora (opera di Marcello Giombini, aka Pluto Kennedy). Insolitamente bravi gli interpreti (considerato il loro usuale ambito di genere lavorativo), buona la tecnica di ripresa (a cura di Enrico Biribicchi) e curiosa l’atmosfera weird della pellicola. Il protagonista principale, Mark Shanon (vero nome Manlio Cersosimo) è stato il primo vero pornoattore italiano e se digitate su un qualunque motore di ricerca il suo nome, resterete esterefatti per la mole di pellicole “interpretate”; ma è diventato anche un personaggio simbolico, rappresentativo della tendenza a realizzare film in doppia versione, circolanti in maniera edulcorata - o soft che dir si voglia - e contemporaneamente spinta (i primi incredibili esempi di “film a luci rosse”). Parte di questa produzione (che investe non solo l’horror, ma tutti i film di genere italiani) è ancora in buona parte da recuperare e riscoprire, essendo spesso frutto di posticci e illeciti inserti realizzati senza crediti, con controfigure, all’insaputa degli stessi attori. Il personaggio interpretato da Shanon in questo film lo ritroveremo anche in due successive, simili, produzioni sempre a sfondo caraibico (Sesso nero e Orgasmo nero). Joe D’Amato ha saputo dare vita a pellicole contenenti in egual misura horror ed erotismo, miscelandone con perfetta tecnica le componenti. Lucia Ramirez, una nativa del posto, venne reclutata per l’occasione, prestandosi da subito (per poco e senza tante inibizioni) a recitare sequenze hard tout-court, per tutto il ciclo "esotico" diretto dal regista. Luigi Montefiori (spesso, come in questo caso, pure autore delle sceneggiature), pur apparendo in queste produzioni (come, per esempio, nell’esplicito Porno Holocaust), non si è mai esposto partecipando in scene hard e, così, pure la bella Dirce Funari. Laura Gemser (più celebre come Emanuelle, la fotoreporter della fortunata serie diretta da Massaccesi) arriva dalle precedenti pellicole del regista (e lo seguirà anche a distanza di anni, nelle produzioni della Filmirage, occupandosi, dietro la m.d.p., dei costumi). Una nota sulle varie edizioni home video italiane: la versione uncut del film (Lamberto Forni), contenente gli inserti hard, ha una durata complessiva di 104 minuti mentre quella circolante come Le notti erotiche (Avo film), pur non contemplando nel titolo i “morti-viventi”, è stata ripulita completamente dalle scene di sesso (e non del gore!) fermandosi a soli 88 minuti di durata. A seconda della sensibilità individuale, scegliere l’una o l’altra ma, senza dubbio, resta un film da vedere per rendersi conto della superiorità, in ambito di tecnica cinematografica, del grandissimo (e indimenticabile) Joe D’Amato.

 

 

Curiosità 

 

Nell'agosto 1979, mentre Massaccesi girava Le notti erotiche dei morti-viventi, usciva nelle sale cinematografiche Zombi 2, pellicola alla quale, inizialmente, era stato opzionato in veste di regista. E già questo dovrebbe far pensare a Le notti erotiche sotto un altro aspetto. Le due sceneggiature, infatti, sono molto simili. Va poi riconosciuto il coraggio del regista che, ante litteram, riesce a inserire sequenze hard (sostanzialmente nel primo tempo) in una pellicola di fatto immersa in un clima puramente horror, con atmosfere e location poi riproposte anche in Orgasmo nero e Sesso nero (presente, anche in quest'ultimo titolo, una scena di evirazione). Non solo la fotografia e la riuscitissima colonna sonora meritano di essere salvate, ma nel complesso l'opera in sé assume una valenza unica nel panorama cinematografico dell'epoca. E se il DVD integrale, etichetta Lamberto Forni, lo si vende facilmente sui 300 €, vorrà pur significare qualcosa ...

 

Laura Gemser

Le notti erotiche dei morti viventi (1980): Laura Gemser

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